Moncalieri, la chiesa ortodossa romena segno di dialogo ecumenico

Inaugurata sabato 22 novembre alla presenza di Sua Eccellenza Reverendissima mons. Siluan Span, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia

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Moncalieri, la chiesa ortodossa romena segno di dialogo ecumenico

E' un segno di fraternità ecumenica importante e da fare risaltare nella sua dimensione di dialogo. E non è un caso che sia stato proprio mons. Siluan Span, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, giunto appositamente da Roma, ha benedire la nuova Chiesa ortodossa romena di Moncalieri, aperta al culto. Il taglio del nastro, la celebrazione liturgica con la benedizione dell’edificio, hanno visto raccogliersi intorno al Vescovo ed al parroco, padre Marius Floricu, circa cinquecento persone che, insieme alle autorità civili, hanno vissuto un evento che è destinato a rimanere nella storia cittadina.

Nove mesi dopo la posa della prima pietra la nuova parrocchia è oggi realtà per una comunità a cui appartiene una quota molto significativa dei circa tremila residenti moncalieresi di origine romena: essa è intitolata ai “Quaranta Martiri di Sebaste”, membri della XII legione “Fulminata” dell’esercito romano, uccisi a motivo della loro fede tra il 320 ed il 323 d. C. a Sebaste (o Sebastia), città dell’antica Armenia Minore che oggi è chiamata Sivas e si trova in Turchia. Di essi le Chiese Orientali fanno memoria il 9 marzo mentre nel Martirologio Romano ricorre il 10 marzo.

La Chiesa, che si trova in via Papa Giovanni XXIII, svetta con il suo elegante campanile ligneo ed è visibile per tutti coloro che in entrata ed uscita da Torino si trovano nei pressi della Rotonda Maroncelli: si tratta di un pezzo di Maramures, regione del nord della Transilvania, approdato sul territorio di Moncalieri e che ne caratterizza ora uno degli ingressi della città. Infatti essa è stata costruita secondo la tradizione dell’artigianato ligneo del Maramures dove sono celebri proprio le chiese di legno, costruite in epoche diverse, ma caratterizzate dal fatto di essere prive di chiodi e ad incastro: si tratta di una tecnica nata a motivo del divieto che fu imposto dalla Corona ungherese di costruire chiese ortodosse in pietra.

Anche lo splendido esemplare moncalierese, grazie agli artigiani provenienti da queste terre romene, testimonia, attraverso l’edificio sacro con le sue arcate e catene scolpite da un pezzo unico di legno, il maestoso portale intarsiato, l’interno semplice ed austero, l’originalità di uno stile che richiama esso stesso un grande senso del sacro ma anche di comunità.

Un’ultima interessante notazione è rappresentata dalla presenza di una nutrita delegazione di animatori della Parrocchia di Sa. Matteo Apostolo, che sarà la “vicina di casa” della parrocchia ortodossa, che ha testimoniato così la strada di una possibile bella collaborazione in linea con quella strada ecumenica tracciata dal Concilio Vaticano II e che in Borgo S. Pietro a Moncalieri può passare anche attraverso l’impegno, la testimonianza e la fede dei giovani.

 

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