Gerusalemme 

Santo Sepolcro, restauro ecumenico

A Gerusalemme il 22 marzo una liturgia di tutte le confessioni per celebrare la fine dei lavori all'"edicola" che ricopre la tomba di Gesù. I pellegrini in Terra Santa per Pasqua troveranno la struttura finalmente libera dai ponteggi 

Santo Sepolcro, restauro ecumenico

Una bellissima notizia. Non solo è stato restaurato il sepolcro di Gesù a Gerusalemme. Non solo il restauro è stato fatto d’amore e d’accordo dalle Chiese cristiane - greco-ortodossi, cattolici, armeni - che sono proprietari e l’hanno in custodia. Non solo inaugurano insieme, il 22 marzo, con una celebrazione ecumenica, la fine del restauro, ma promettono di continuare in buona armonia: decideranno come e quando programmare altri interventi indispensabili per eliminare l'umidità che rende fragile la struttura.

Ne saranno felici i pellegrini che andranno in Terra Santa per Pasqua: la tomba di Gesù sarà senza ponteggi. Dopo dieci mesi di lavori, l’«Edicola» - piccola struttura che ricopre la tomba di Gesù dentro la Basilica della Risurrezione - è liberata dalle travi d'acciaio.

La professoressa Antonia Mariopoulou, coordinatrice scientifica del restauro, con la quale collaborano una trentina di docenti della National Technical University di Atene, ha fatto venire una macchina molto sofisticata che ha tagliato l'acciaio con un fascio luminoso a una velocità impressionante.

Prima del restauro, in gran segreto, i responsabili delle Chiese custodi studiano la possibilità di restaurare la tomba. E ad Atene si svolge una conferenza, cui partecipano alcuni ministri greci, Teofilo II patriarca greco-ortodosso di Atene e Gerusalemme, il francescano Pierbattista Pizzaballa custode di Terra Santa (ora arcivescovo e amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme) e Nourhan Manougian patriarca armeno. I lavori sono finanziati dalle tre Chiese, dal governo greco e da privati.

I lavori iniziano nel maggio 2016: i lavori non interrompono il flusso dei pellegrini. Nell’ottobre 2016 è aperta la tomba di Gesù «la prima volta in 200 anni e la terza nella storia», spiega Mariopoulou. «Abbiamo visto uno strato marmoreo e al di sotto un’altra lastra di marmo grigio, ricoperta di materiale terroso. Abbiamo rimosso il materiale e abbiamo svelato, senza scoprirla, una roccia scolpita: qui fu sepolto il corpo di Cristo». Definisce il Santo Sepolcro «un monumento vivo» e il restauro «una grande benedizione, una grande responsabilità e una grande sfida».

Tra le cause maggiori del degrado l'imponente afflusso: l'umidità prodotta dalla condensa del respiro dei visitatori provoca la torsione dei blocchi di marmo e l'alterazione delle malte. Le candele, perennemente accese, causano forti pressioni termiche e i fumi generano depositi neri e oleosi che deteriorano il marmo.
Edificata in stile barocco ottomano nel 1810 (dopo il grande incendio del 1808 che distrusse la struttura precedente), l’edicola mostra subito segni di fragilità. L’architetto greco Nikolaos Komnenos conserva le vestigia delle edicole precedenti e mette come copertura le lastre di marmo. In sostanza una struttura fragile e instabile. Nel 1868 la cupola della rotonda protegge l’edicola solo parzialmente perché sulla sommità c’è un «oculus», come nel Pantheon di Roma. L’edicola comincia a cedere sotto il proprio peso. Danneggiata l'11 luglio 1927 da un forte terremoto (6,2 scala Richter) mentre la basilica sostanzialmente resiste. Le Chiese non trovano l’accordo per il restauro. Le intemperie, nuove scosse sismiche nel 1934, peggiorano il degrado.

Poiché la Palestina è sotto il mandato britannico, un sondaggio conferma che la struttura incorpora i resti di un precedente edificio: nel marzo 1947 gli inglesi puntellano l'edicola con travi d'acciaio «Steel Company of Bengal». Il mandato britannico si conclude nel maggio 1948. E così della più importante chiesa della cristianità resta una foresta di impalcature che puntellano i muri troppo fragili. Nel 1959 le tre confessioni varano un grande restauro: ognuna intraprende lavori di sua pertinenza e insieme restaurano la cupola.

La grande basilica della Risurrezione racchiude il Golgota e il luogo della sepoltura del Redentore. Tra Calvario e Sepolcro c'è per terra la «pietra del­l'unzione». Ai piedi della piccola altura del Golgota, Giuseppe d'Ari­matea - raccontano i Vangeli - depone il corpo del Croci­fisso, lo cosparge di aromi, lo avvolge nella sindone («sinón»), prima di deporlo nel sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Golgota, Sepolcro e Calvario sono subito venerati dai cristiani.

Nel 135 dopo Cristo i Romani distruggono la Città Santa e l'imperatore Adriano vuole sostituire i misteri giudeo-cristiani con quelli pagani: sopra la roccia del Calvario fa costruire un tempietto a Venere-Niche; sopra il Sepolcro fa erigere la statua di Giove.

Scrive Pia Compagnoni, una fervente animatrice dei pellegrinaggi in Palestina, nel prezioso libro «Terra Santa» del 1972: «Lo scopo di tale profanazione era atter­rire i cristiani in modo che smettessero di frequentare le tre ‘mistiche spelonche’ e le tre ‘alture’ e cessassero di celebrare i misteri cristiani. L'autorità romana fallì in questo intento».

Macario, vescovo di Gerusalemme, durante il Concilio di Nicea del 325 invita Costantino a ricercare il Sepolcro e il Calvario. L’imperatore cristiano costruisce la basilica della Risurrezione che passa attraverso infinite traversie: le distruzioni e i rifacimenti sono come un «termometro» fatto di pietra. Fino al IV secolo essa riflette l'unità della Chie­sa, che gradualmente si deteriora fino al «Grande scisma» del 1054.  

Durante i restauri 1959-1995 Paolo VI nel suo pellegrinaggio a Gerusa­lemme a inizio 1964 dice a Bene­dictos, patriarca ortodosso: «È altamente simbolico che, malgrado il peso della storia e delle numerose difficoltà, i cristiani, disgrazia­tamente divisi, lavorino insieme a restaurare questo tempio che essi avevano costruito nell’unità e che le loro divisioni lasciarono rovinare».

Il 4 gennaio 1964 nella basilica della Risurrezione prega: «Qui, dove tu o Signore Gesù, l'innocente, sei stato accusato,/ il giusto, sei stato giudicato, /il santo, sei stato condannato/, Tu, Figlio dell'uomo, sei stato tormentato, crocifisso e messo a morte/, Tu, Figlio di Dio, sei stato bestemmiato, deriso e rinnegato/, Tu, la luce, sei stato spento/, Tu, il Re, sei stato innalzato su una Croce».

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