13 nuove Unioni montane

Si aggiungono alle 28 inserite nella Carta regionale delle associazioni

Parole chiave: comuni (95), montagna (26)
13 nuove Unioni montane

Sono tredici le nuove Unioni montane di Comuni riconosciute dalla Regione Piemonte. Si uniscono alle prime 28, inserite nella «Carta regionale delle forme associative» a dicembre 2014. Con la delibera che la Giunta ha approvato lunedì scorso, il percorso di formazione delle Unioni è quasi completo: solo una quarantina i Comuni che finora non hanno aderito a Unioni. Di fatto la geografia degli enti locali piemontese è sempre più complicata: da 48 Comunità montane (13 in Provincia di Torino), nel 2009 si è passati a 22 enti per tornare a 41 Unioni montane oggi (13 nel torinese). A queste potrebbero aggiungersi altre otto, forse dieci, micro aggregazioni comunali.

La causa? La mancanza di vincoli chiari nelle leggi regionali che hanno indotto molti Comuni a costituire soggetti piccoli e apparentemente più semplici. La più grande Unione montana di questa seconda tranche è la Valle di Susa con 68.440 abitanti, la più piccola la Mombarone (TO) con 3.139 abitanti. Dovranno sostituire le Comunità montane dove è ancora in corso il lavoro di liquidazione da parte dei Commissari nominati dalla Regione.

Le Unioni montane di Comuni devono organizzare per i Comuni che le compongono le funzioni fondamentali (dalla polizia municipale all’urbanistica, dai trasporti alla scuola) nonché le funzioni specifiche per lo sviluppo socio-economico della montagna, dalla gestione del patrimonio forestale ai progetti sulle energie rinnovabili, passando per l’armonizzazione dei gestionali informatici e l’uso dei fondi europei, attirando investimenti e coordinando macro progetti. Due percorsi paralleli sui quali si stanno concentrando i presidenti (sono tutti sindaci), le Giunte e i Consigli: nessun componente degli organi istituzionali riceverà indennità e compenso. Molte le sfide da risolvere nelle prossime settimane: la prima è relativa alle risorse nel bilancio regionale che verranno ripartite sulle Unioni.

Secondo le prime bozze del documento economico regionale, ci saranno 11,9 milioni di euro per la montagna, dei quali 600 mila per le scuole delle Terre Alte (mantenimento dei plessi e sdoppiamento delle pluriclassi). I soldi serviranno per pagare il personale (250 unità totali in Piemonte), le spese di funzionamento degli enti, le rate dei mutui e per cofinanziare i progetti per lo sviluppo del territorio, nonché la creazione delle condizioni per la vita e il lavoro in montagna.

Obiettivi complessi questi ultimi, che la frammentazione degli enti di certo non contribuisce a raggiungere.

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