Sostanza e apparenza

Essere oggi cristiani nel mondo contemporaneo

Parole chiave: contemporaneità (1), riflessione (7), vita (45), diritti (17)
Sostanza e apparenza

C’è ancora spazio per il pensiero nel nostro mondo frastornato in cui il tempo è troppo veloce, fugace, inarrestabile. Riusciamo ancora a fermarci a riflettere? Oggi è indispensabile fare bilanci, esami di coscienza, denunciare i propri limiti e correggerli, per poi riprendere il cammino. Nell’Anno Santo della Misericordia tra inquietudini e speranze, coscienti di quel già e non ancora che è la nostra vita, la vita di ogni uomo, dovremmo cercare di svoltare in virtù e saggezza, senza perderci nella quotidianità vuota e ripetitiva.  

Oggi pensare, studiare, cercare di comprendere e conoscere se stessi e gli altri è diventato ancora  più importante di un tempo: viviamo in uno spazio indefinito, nel quale, molti vorrebbero che tutto fosse messo in discussione, ogni riferimento ideale, valoriale, di senso dell’umano. Se le frontiere della conoscenza si espandono, i diritti si allargano e si perde l’orientamento, si rischia la deriva. La società contemporanea, nella sua poliedrica composizione di tradizioni, culture, visioni dovrebbe tenere in conto i fondamenti ontologici e reali dell’umano. Tutto non può essere solo biologico, materiale , effimero e superficiale. Non si soddisfano bisogni, si dovrebbero realizzare sogni, produrre bellezza e armonia, costruire un mondo nel quale il male sia ai margini.

Nell’esposizione della post-modernità l’apparenza, spesso anche solo virtuale, spadroneggia. Eppure le vite sono concrete, sono sostanza, impasto di carne e spirito, che nel profondo raccolgono l’intimo significato dell’umano: inestricabile e insondabile per ogni scienza o tecnologia. Ripartire da questa analisi esistenziale e profondamente cristiana ci può fare ritrovare il senso della ricerca di Dio e l’accoglienza del Suo amore per l’uomo. Occorre, allora, inventare nuove prassi, che, servendosi dello sterminato accesso alle conoscenze e della velocità della comunicazione,  sviluppino delle consapevolezze e dei comportamenti a queste coerenti. meglio se collettivi e organizzati.

Paradossalmente nell’età della comunicazione globale e degli scambi forzati (migrazioni) o volontari (mobilità), per uscire da uno stato di isolamento individualistico, in cui la società contemporanea sembrerebbe orientata, è necessario una visione critica, un pensiero che dilati gli orizzonti e sia dialogico e aperto. L’area di impegno dei cristiani non è quella che pensa di costruire una propria cittadella, ma sta nell’uscire e diventare lievito, grazie all’apporto di una spiritualità che guarda oltre  l’evidenza e diventa sostanza e passione fondata sulla fiducia nel Padre e nell’umanità.

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