Sostanza e apparenza
Essere oggi cristiani nel mondo contemporaneo
C’è ancora spazio per il pensiero nel nostro mondo frastornato in cui il tempo è troppo veloce, fugace, inarrestabile. Riusciamo ancora a fermarci a riflettere? Oggi è indispensabile fare bilanci, esami di coscienza, denunciare i propri limiti e correggerli, per poi riprendere il cammino. Nell’Anno Santo della Misericordia tra inquietudini e speranze, coscienti di quel già e non ancora che è la nostra vita, la vita di ogni uomo, dovremmo cercare di svoltare in virtù e saggezza, senza perderci nella quotidianità vuota e ripetitiva.
Oggi pensare, studiare, cercare di comprendere e conoscere se stessi e gli altri è diventato ancora più importante di un tempo: viviamo in uno spazio indefinito, nel quale, molti vorrebbero che tutto fosse messo in discussione, ogni riferimento ideale, valoriale, di senso dell’umano. Se le frontiere della conoscenza si espandono, i diritti si allargano e si perde l’orientamento, si rischia la deriva. La società contemporanea, nella sua poliedrica composizione di tradizioni, culture, visioni dovrebbe tenere in conto i fondamenti ontologici e reali dell’umano. Tutto non può essere solo biologico, materiale , effimero e superficiale. Non si soddisfano bisogni, si dovrebbero realizzare sogni, produrre bellezza e armonia, costruire un mondo nel quale il male sia ai margini.
Nell’esposizione della post-modernità l’apparenza, spesso anche solo virtuale, spadroneggia. Eppure le vite sono concrete, sono sostanza, impasto di carne e spirito, che nel profondo raccolgono l’intimo significato dell’umano: inestricabile e insondabile per ogni scienza o tecnologia. Ripartire da questa analisi esistenziale e profondamente cristiana ci può fare ritrovare il senso della ricerca di Dio e l’accoglienza del Suo amore per l’uomo. Occorre, allora, inventare nuove prassi, che, servendosi dello sterminato accesso alle conoscenze e della velocità della comunicazione, sviluppino delle consapevolezze e dei comportamenti a queste coerenti. meglio se collettivi e organizzati.
Paradossalmente nell’età della comunicazione globale e degli scambi forzati (migrazioni) o volontari (mobilità), per uscire da uno stato di isolamento individualistico, in cui la società contemporanea sembrerebbe orientata, è necessario una visione critica, un pensiero che dilati gli orizzonti e sia dialogico e aperto. L’area di impegno dei cristiani non è quella che pensa di costruire una propria cittadella, ma sta nell’uscire e diventare lievito, grazie all’apporto di una spiritualità che guarda oltre l’evidenza e diventa sostanza e passione fondata sulla fiducia nel Padre e nell’umanità.
Opinioni e commenti
archivio notizie
La post-verità non è una novità
La disinformazione, che è sempre esistita, oggi è davvero alla portata di tutti. Ma qualche antidoto c’è …
Andar per Tanaro anche nei giorni difficili
Un fiume e un territorio. La forza dell'acqua che provoca tragedie perchè alimentate da un rapporto sbagliato dell'uomo con la natura
La Banca del Tempo fa tappa in Lombardia
Il cammino di Anna prosegue lungo le strade d'Italia
Dal Papa con migliaia di giovani un onore per noi keniani
Il pellegrinaggio fu un idea di mons. Nosiglia in visita ai fidei donum torinesi. I ragazzi sono stati ospiti a Torino nella parrocchia di Sant'Ignanzio ed hanno insieme ai giovani della comunità partecipato alla Gmg di Cracovia