Viaggio del Papa in Turchia: ripartire dall'umiltà

Fratel MichaelDavide, benedettino, commenta il viaggio di papa Francesco in Turchia. Due i gesti che passeranno alla storia: la preghiera nella Moschea Blu e l'atto di chinare il capo per ricevere la benedizione dal Patriarca Bartolomeo

Parole chiave: papa (648), turchia (22), viaggio (29), ecumenismo (57), ortodossi (17), islam (60)
Papa Francesco con i capi religiosi musulmani in Turchia

Siamo ormai abituati al magistero dei segni di papa Francesco e, ancora una volta, il suo viaggio in Turchia ci ha confortati e incoraggiati a riprendere la strada del Vangelo, a ripartire dall’umiltà. Non vogliamo certo lanciarci in una valutazione del pellegrinaggio del successore di Pietro che è andato a trovare il suo fratello Andrea. Intendiamo semplicemente evidenziare due gesti che hanno sicuramente toccato e confortato il cuore di tutti.

Il primo gesto è quello della preghiera vissuta da papa Francesco nella Moschea Blu. Come ha spiegato ai giornalisti nell’incontro avuto durante il volo di ritorno a Roma, il Vescovo di Roma ha «sentito il bisogno e il desiderio» di pregare mentre gli veniva illustrata la bellezza di questo luogo di culto per i fratelli che adorano Dio nella via dell’Islam. Ancora una volta papa Francesco ha pregato aldilà dei dogmi e dei ritmi, immergendosi in un respiro di trascendenza in cui ogni dogma e rito è compreso e allo stesso tempo superato per ritrovarsi tutti al cuore dell’essenziale.

Il secondo gesto è il suo chinarsi davanti al Patriarca Bartolomeo per ricevere la benedizione per se stesso e per la Chiesa di Roma. Dopo secoli di discussioni e di conflitti per stabilire chi bisogna «considerare più grande» (Lc 22, 24), papa Francesco ha ripreso la strada del Vangelo. Bisogna farsi piccoli davanti all’altro perché alla maledizione del confronto subentri la benedizione del riconoscimento reciproco nel rispetto delle diverse dignità, dei diversi carismi, dei diversi servizi.

Il cammino da fare è ancora molto per raggiungere la piena unità tra le Chiese, ma forse il peggio è passato.

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