Cambio al vertice della comunicazione Vaticana. Lombardi lascia arrivano Burke e Paloma García Ovejero

Il gesuita piemontese lascia dopo una vita di servizio nelle comunicazioni sociali

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Cambio al vertice della comunicazione Vaticana. Lombardi lascia arrivano Burke e  Paloma García Ovejero

Un laico portavoce del Papa, una laica viceportavoce. Papa Francesco l’11 luglio 2016 accoglie la rinuncia del gesuita Federico Lombardi da direttore della Sala Stampa vaticana e nomina direttore lo statunitense Greg Burke e vicedirettore la spagnola Paloma García Ovejero. Le nomine scattano il 1° agosto 2016, dopo il viaggio del Papa a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù (27-31 luglio). Si tratta di due giornalisti di livello internazionale, uno di lingua inglese e una di lingua spagnola.

Greg Burke è nato 57 anni fa a Saint Louis negli Stati Uniti da famiglia cattolica; frequenta il liceo dei gesuiti; si laurea nel 1983 alla Columbia University di New York in Letterature comparate, specializzandosi in giornalismo. Entra come membro numerario nell'Opus Dei, come dell’Opus era Joaquin Navarro Valls, portavoce di Giovanni Paolo II. Lavora per «United Press International» di Chicago; agenzia «Reuters»; settimanale «Metropolitan»; corrispondente da Roma del settimanale «National Catholic Register»; settimanale «Time», che nel 1994 proclama Wojtyla «uomo dell'anno»; nel 2001 corrispondente della televisione «Fox News»; nel luglio 2012 in Segreteria di Stato come consulente per la comunicazione; dal 21 dicembre 2015 vicedirettore della Sala Stampa.

Paloma García Ovejero, nata a Madrid nel 1975, si laurea in giornalismo nel 1998 all’Università Complutense di Madrid con specializzazione in gestione delle strategie della comunicazione alla New York University; redattrice, conduttrice e caporedattrice di «Cadena Cope, Radio Española»; dal 2012 corrispondente per l'Italia e il Vaticano; collaboratrice di testate giornalistiche e televisive.

Padre Lombardi ha sempre svolto i suoi incarichi con discrezione e stile, grazie a una profonda conoscenza della Chiesa e del Vaticano, all’esperienza dei meccanismi della comunicazione, all’uso delle lingue. Nato a Saluzzo (Cuneo) il 29 agosto 1942, nipote del celebre gesuita Riccardo Lombardi, «microfono di Dio» e del giurista Gabrio Lombardi. Studia all’«Istituto Sociale» dei Gesuiti di Torino, del quale fu alunno anche Carlo Maria Martini, cardinale arcivescovo di Milano. Determinanti le esperienze all’oratorio salesiano della Crocetta-Torino e nel gruppo scout. Nel 1960 entra nel noviziato dei Gesuiti ad Avigliana; nel 1962-65 studia filosofia all’Aloisianum di Gallarate; quattro anni assistente del Collegio Universitario di Torino, dove si laurea in matematica; nel 1969-73 studia teologia alla «Phil.-Teol. Hochshule St Georgen» a Frankfurt am Main. Sacerdote nel 1973, è redattore de «La Civiltà Cattolica» e vicedirettore nel 1977 negli anni del terrorismo. Nel 1984-90  provinciale per l’Italia della Compagnia.

Negli ultimi trent’anni Lombardi accumula un grande potere nei media vaticani: nel 1990 direttore dei programmi di «Radio Vaticana»; nel 1991 direttore generale di «Radio Vaticana»; nel 2001 direttore del «Centro Televisivo Vaticano»; l’11 luglio 2006 direttore della Sala Stampa vaticana. Affronta «tempeste» mediatiche ed eventi sconvolgenti con stile garbato, senza mai alzare la voce né produrre fuochi di artificio. Portavoce dei Papi Benedetto e Francesco, non ruba la scena ai protagonisti. 

Nel 2012 affronta la crisi seguita alla revoca, da parte di Benedetto XVI, della scomunica dei vescovi lefebvriani, revoca che non piacque e non piace alla maggioranza dei cattolici; l’altra grande crisi è lo scandalo dei preti pedofili con durissimi attacchi e richieste giudiziarie, per esempio dagli avvocati americani che – pur di far soldi - pretendono di mandare sotto processo Papa Benedetto, come capo della Chiesa-azienda e, quindi, dei preti-dipendenti.

Nei suoi incontri con i media non mancano le battute ironiche, quando gli chiedono le  caratteristiche chimiche delle cartucce che provocano il fumo bianco o nero dal comignolo della Cappella Sistina nel Conclave 2013, oppure «Oggi teniamo il briefing con quello che passa il convento», o ancora «Non telefonatemi tutti per sapere la data del Conclave, altrimenti non riesco a spedirvi il comunicato». Che cosa ha mangiato oggi il Papa emerito? «Dovremmo chiederlo a lui». 

Dopo trent’anni al timone,  con signorilità lascia: il 22 gennaio 2013 la televisione vaticana a mons. Dario Edoardo Viganò; il 23 febbraio 2016 la «Radio Vaticana» dopo 25 anni di direzione e con lui esce la Compagnia di Gesù; l’11 luglio 2016 rinuncia all’incarico più prestigioso.

I media vaticani sono coinvolti da una radicale riforma. Francesco, con il motu proprio «L'attuale contesto comunicativo» ( 27 giugno 2015), istituisce la Segreteria per la comunicazione e nomina prefetto mons. Viganò, brillante e preparato «uomo della comunicazione» ed eccellente regista. Nel nuovo organismo confluiscono gli enti e gli organismi centrali della Chiesa che si occupano di comunicazione e che producono notizie e informazioni. Sono testate gloriose: «L’Osservatore Romano» (1861), che in Italia era l’unica voce libera sotto il fascismo; la «Libreria editrice vaticana» (1926) voluta da Pio XI e affidata ai Salesiani; la «Radio Vaticana» (1931) voluta da Pio XI e realizzata da Guglielmo Marconi; il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (1964) voluto dal Concilio Vaticano II; la Stampa della Santa Sede, nata nel 1959 e funzionante come ufficio stampa del Concilio; il «Centro televisivo vaticano» istituito da Giovanni Paolo II nel 1996; i recenti «Servizio Fotografico» e «Servizio Internet».

La volontà del Pontefice è che «la riorganizzazione proceda decisamente verso una integrazione e una gestione unitaria» sotto la guida di Viganò, nato a Rio de Janeiro  il 27 giugno 1962, approdato con la famiglia a Milano dove studia e il 13 giugno 1987 è ordinato sacerdote dal cardinale Martini.

Merita anche notare che continuano ad aumentare le donne negli organismi, anche di vertice, in Vaticano. L’Ufficio del personale nel 2015 dimostra che le donne prendono sempre più piede: al Governatorato sono raddoppiate da 195 a 371; sono quasi il 20 per cento del personale; nel 2014 Francesco ha nominato 5 donne nella Commissione teologica internazionale.  

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Vaticano

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Gli eventuali elettori del Papa ora sono 117 elettori e i non elettori (oltre gli 80 anni) sono 99. Dei 117 elettori, 29 sono stati creati da Giovanni Paolo II, 57 da Benedetto XVI  e 31 da Francesco. Dei 99 non elettori, 1 è stato creato da Paolo VI, 68 da Giovanni Paolo II, 22 da Benedetto XVI e 8 da Francesco.

I cardinali piemontesi erano ben 16 nel 2012. Ora sono 10, dei quali 3 elettori Giuseppe Bertello, Domenico Calcagno, Giuseppe Versaldi; e 7 non elettori Tarcisio Bertone, Giovanni Coppa, Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Giovanni Lajolo, Severino Poletto, Paolo Sardi, Angelo Sodano.

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