Memorie salesiane a San Mauro Torinese

Nell'anno bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco gli archivi restituiscono immagini e documenti sull'antico collegio di Villa Santa Maria per gli orfani dei Carabinieri, sulla collina che sale a Superga

Memorie salesiane a San Mauro Torinese

Il 15 agosto 2015 ricorreranno 200 anni dalla nascita di san Giovanni Bosco a Castelnuovo d’Asti. Tutto il mondo Salesiano si sta preparando a questo evento e anche noi vogliamo celebrarlo ricordando quella che fu la più importante presenza dei figli di Don Bosco nel territorio sanmaurese. A loro fu infatti affidata la gestione di un'imponente edificio situato sulla collina che l'Arma dei Carabinieri scelse come sede del primo collegio dell'O.N.A.O.M.A.C.

Con atto notarile del 15 maggio 1948 nasceva ufficialmente l'Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri. Nel documento si specificava che i componenti dell'Arma avevano versato la somma di 37 milioni di Lire, mediante l'offerta di una giornata di stipendio per l'istituzione di un orfanotrofio. Lo scopo dell'Opera era quello di aiutare gli orfani dei Carabinieri caduti in guerra o in operazioni di servizio, mediante il loro ricovero gratuito in Collegi di educazione e di istruzione. Vennero subito avviate le ricerche per individuare un idoneo edificio, agevolmente trasformabile ed ampliabile, atto ad ospitare i primi cento orfani, tutti maschi, delle scuole elementari. La struttura venne individuata in villa «Santa Maria» ubicata nel Comune di San Mauro Torinese, sulle pendici del colle di Superga, di proprietà dell'Ordine dei Piccoli Fratelli di Maria, congregazione francese con una diramazione in Italia. Il luogo era incantevole: uno stupendo panorama appariva allo sguardo che spaziava dalla soprastante basilica di Superga all'immenso arco delle Alpi e alla pianura solcata dal Po.

Dopo l'acquisto vennero eseguiti numerosi lavori di ristrutturazione e di adeguamento del fabbricato, affinché il collegio potesse costituire un confortevole ricovero per gli orfani (140) ivi raccolti. Si dovette provvedere alla sistemazione della angusta, scoscesa e trascuratissima strada d'accesso (l'attuale via Croce), onde consentirvi il trasporto con automezzi dei vari materiali da costruzione.

La gestione e la direzione del Collegio di San Mauro Torinese venne affidata ai Padri Salesiani dell'Ispettorato Subalpino con i quali venne anche stabilita una convenzione contemplante il canone di spesa concordato per il mantenimento, il governo e l'istruzione degli orfani. Vennero scelti i Padri Salesiani in quanto considerati particolarmente indicati per tali missioni e ben collaudati dalla lunga esperienza nell'educazione dei giovani, specialmente nel dotarli di quelle sane cognizioni morali e materiali indispensabili nella vita per divenire ottimi operai o bravi artigiani. Alle cure familiari degli orfanelli (inizialmente dai 7 ai 12 anni) avrebbero provveduto le Suore Salesiane per le quali, a fianco del fabbricato principale dell'Istituto, venne costruito un apposito edificio contenente la cucina, la lavanderia e il frigorifero.

All'interno dell'edificio principale, era stata ricavata una bella cappella per le cerimonie religiose, un teatro, un grande refettorio, alcune camerate, aule per lo studio ed officine per l'istruzione professionale, una sala di musica per gli orfani portati a detta attività, una palestra per l'educazione fisica ed i cortili per l'attività ricreativa che comprendeva numerosi sport. In un lato del cortile si trovava la statua del Carabiniere, per ricordare ogni momento ai piccoli ricoverati la figura seria e pensosa del militare dell'Arma che provvedeva al loro mantenimento nonché la figura, per coloro che lo avevano conosciuto, del proprio papà.

Alla presenza di numerose autorità con una solenne cerimonia l'opera fu inaugurata il 19 luglio 1949. Benedisse i locali il Cardinale Arcivescovo Maurilio Fossati che rivolse ai convenuti paterne parole di compiacimento e di augurio, dando lettura del telegramma di benvenuto inviato dal Santo Padre.

foto A

Il primo direttore del collegio fu don Carlo Marchisio, salesiano, molto vivace fin dalla giovinezza tanto da far dire ad un monsignore che lo conosceva bene: «Finchè non ti ho visto celebrare Messa non ho creduto che ti facessi prete». Era l'uomo giusto per quei bambini che avevano avuto una vita già molto tribolata. Sulle orme di don Bosco, i tanti salesiani che si avvicendarono al collegio, concessero agli orfani tutta la parte migliore del loro intelletto e delle loro energie fisiche preparandoli alle fatiche della vita futura.

Nel 1966, dopo un anno di completa chiusura per lavori di ristrutturazione, la direzione dell'Istituto, per tanti anni in mano ai Salesiani, passò all'Ordine dei Padri Somaschi che vi rimasero sino alla chiusura del collegio che avvenne alla fine degli anni Settanta.

Questo ed altri servizi su "Testata d'Angolo", edizione sanmaurese della Voce del Popolo, 30 novembre 2014

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