Religioni per la pace a Torino per rinnovare la coscienza della comune umanità

Mercoledì 28 gennaio nella sala Gabriella Poli - Centro Sereno Regis- in via Garibaldi, 13 Torino si è svolto l'incontro di persone di diverse religioni, sapienze, spiritualità per riaffermare i valori del rispetto, della giustizia e della nonviolenza

Parole chiave: pace (90), religioni (31), terrorismo (74), integralismo (2)
Religioni per la pace a Torino per rinnovare la coscienza della comune umanità
  1. Non ci incontriamo anzitutto per discutere le varie interpretazioni sul massacro di Parigi, sulle cause, responsabilità, rimedi. Tutto ciò ha la sua importanza, e ognuno di noi lo fa come cittadino attivo nella società e nella sua comunità, ma non è lo scopo proprio di questo incontro spirituale, cioè più fondamentale. L'incontro è anzitutto per vivere la fraternità umana che è stata offesa, ora come tante volte; per vivere  ciò che ci fa tutti ugualmente esseri umani, ugualmente offesi e addolorati da ogni forma di violenza, quella omicida e bellica, quella offensiva, quella economica, quella del dominio e della discriminazione, quella che separa e oppone persone, popoli e civiltà. Ci incontriamo come persone che vogliono con-vivere in giustizia e pace, nel rispetto delle differenze, rinunciando ad ogni pretesa di superiorità; siamo persone che lavorano e vogliono collaborare per questo scopo sui vari piani: culturale, educativo, informativo, religioso, sociale, ognuno secondo le proprie capacità e scelte. Siamo persone di diverse culture, religioni, storie, ma siamo uguali e vicini nel soffrire il male e nel volere il bene comune della vita umana. Ognuno può sempre discutere valori, limiti, difetti della propria tradizione, ma in questo incontro cerchiamo la forza buona e giusta che ci fa umani insieme.
  2. Potremo vivere alcuni minuti di riflessione silenziosa, per andare al centro della nostra vita personale, per verificare interiormente, nel cuore, le energie spirituali che possono aiutarci a risalire fuori dall'abisso della violenza e farci camminare sulla via della giustizia, insieme a tutte le persone di buona volontà
  3. Potremo vivere momenti di preghiera, ciascuno nel suo modo e nella sua spiritualità, in modo spontaneo, sincero, comunicativo, per invocare e accogliere in noi e tra noi tutti il bene della pace, lo spirito buono che è in tutte le nostre varie tradizioni, da vivere nel quotidiano di ognuno perché sia un bene per tutti.

Associazione Islamica delle Alpi (Moschea Taiba e Moschea Rayan)– Gruppo interreligioso Insieme per la pace, Elena Seishin Viviani (Unione Buddhista Italiana), Maria Bonafede (pastora valdese), Heiner Bludau (pastore luterano), Commissione Evangelica per l’Ecumenismo, Enrico Peyretti, Luca M. Negro (pastore battista e direttore di “Riforma”), MEIC- Gruppo di Torino, Figlie di Maria Ausiliatrice di Porta Palazzo e Volontarie dell' Associazione 2PR, Comunità Bahá'í di Torino, Ori Sierra, Associazione Sesto Continente, Sahira-Chiara Biasini (Unione Induista Italiana), Movimento dei Focolari, Mondi in Città Onlus, Comunità di san Rocco, Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana- Gruppo di Torino, Centro Hokuzenko, Centro Buddha della Medicina, Enku Dojo, Moschea Omar Ibn Al Khattab, Comunità cristiana di Via Germanasca, Redazione del mensile torinese "il foglio", dal 1971, Giovani PSM (Partecipazione e Spiritualità Musulmana)Torino.

La testimonianza di una giovane musulmana dell'Associazione Islamica delle Alpi

 

 

Un saluto di pace e di misericordia a tutti voi, Assalamu alaikum wa rahamto Allah

Vi porto il saluto anche il saluto di tutte le aderenti e gli aderenti dell’associazione Islamica della Alpi e dai cittadini torinesi musulmani che frequentano le due moschee gestite dall’associazione.

È un piacere poter prendere parte a un incontro che ha per obiettivo quello di riaffermare, rinnovare la coscienza della comune umanità, di fronte ai tragici eventi di sangue, di odio, di razzismo, di guerra e di violenza che minano la convivenza pacifica degli uomini sulla terra.

È detto nel sublime Corano: “O uomini vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto popoli vari e tribù affinché vi conosceste a vicenda.

Questo verso coranico ricorda a tutte le donne e gli uomini l’origine comune della loro creazione, la loro comune appartenenza alla famiglia umana, e che le differenze etniche, linguistiche, culturali, persino religiose sono una volontà del loro Creatore Altissimo, affinché essi si conoscano a si arricchiscano a vicenda.

I drammatici episodi di violenza e di odio devono interrogare le nostre coscienze, spingerci a riaffermare con maggiore forza i valori della pace, della nonviolenza e del rispetto reciproco, e non essere invece motivo per dare maggiore sfogo alla violenza umana e all’odio nei confronti del diverso.

L’incontro di oggi contribuirà ad affermare che la migliore risposta alla violenza estremista non consiste nel mettere in dubbio i valori di libertà e di democrazia che sono alla base della nostra società, ma debba consistere invece in una maggiore inclusione, maggiori diritti, maggiore giustizia sociale.

Ai nemici della libertà non si risponde con minori libertà bensì con maggiori diritti, cercando di evitare di diffondere un clima da inquisizione nei confronti dei musulmani europei che sono cittadini e attori a pieno diritto dell’Europa, e sono alleati nella lotta all’estremismo violento poiché essi ne sono le prime vittime. Non c’è un noi occidentali e un loro musulmani, c’è semmai un noi uomini di pace e un loro fanatici e violenti di ogni religione e di ogni ideologia.

Ricordo infine che per il musulmano l’unico impegno e l’unica lotta che ha un senso condurre è quella per la pace, con Dio, con sé stesso, con la natura e con gli uomini.

Le nostre religioni sono e devono essere degli strumenti di pace, non di violenza, dei messaggi di misericordia non di terrore.

 

Letto da Souad Maddahi

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