In cammino come fratelli

L'Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia ha partecipato alla celebrazione della Pasqua Ortodossa con la Comunità romena di Torino, nella notte di sabato 1 maggio nella chiesa di Santa Parascheva 

In cammino come fratelli

«Cristo è risorto dai morti, calpestando la morte con la morte, scendendo nella tomba ha donato la vita». Sono le parole che mons. Siluan, vescovo della diocesi ortodossa romena d’Italia ha inviato ai fedeli della più antica chiesa ortodossa di Torino, intitolata a Santa Parascheva, radunati in centinaia nella notte del 1 maggio per celebrare la Pasqua di Risurrezione che tradizionalmente cade un mese dopo quella cattolica. Anche quest’anno – a sottolineare l’amicizia con la comunità cattolica cittadina, accanto al parroco romeno padre Gheorghe Vasilescu, ha partecipato alla lunga veglia pasquale anche mons. Cesare Nosiglia, accompagnato da don Andrea Pacini, presidente della commissione diocesana per l’Ecumenismo.

La pioggia battente, caduta ininterrotta per tutta la notte, non ha scoraggiato la partecipazione di tante famiglie con bambini, giovani e anziani e anche numerosi italiani invitati dagli amici romeni che, al riparo degli ombrelli hanno portato con le candele i tradizionali cesti con le uova decorate e il cibo da offrire alla comunità per marcare la fine del digiuno quaresimale. Presente, per il sindaco Piero Fassino, l’assessore all’Urbanistica Stefano Lorusso, a sottolineare come la comunità ortodossa romena, con oltre 10 mila fedeli che frequentano tre chiese torinesi, sia una risorsa importante per la città. La liturgia, che si è svolta per la maggior parte all’aperto, in un piazzale adiacente alla piccola chiesa al fondo di corso Vercelli all’estrema periferia nord della città, è iniziata all’altare con l’accensione della luce di Cristo Risorto a cui è seguita la processione: il parroco con gli altri sacerdoti ortodossi e mons. Nosiglia hanno portato la luce ai fedeli che attendevano fuori. In molti hanno stretto la mano all’Arcivescovo salutandolo e chiedendo una benedizione: «La nostra partecipazione questa sera -sottolinea don Pacini è segno di un dialogo ecumenico, di consuetudine e di una amicizia di antica data ed è la testimonianza delle volontà comune a proseguire il nostro cammino di comunione. La comunità cristiana ortodossa è la più numerosa in città e la nostra presenza nella notte di Pasqua, culmine della nostra fede cristiana vuole sottolineare l’impegno a continuare questo percorso di avvicinamento».   

«Cari fratelli e sorelle in Cristo, sono lieto di portarvi il mio saluto augurale a nome dei fedeli cattolici di Torino, insieme alla mia partecipazione alla vostra solenne celebrazione pasquale - ha detto mons. Cesare Nosiglia, salutando la comunità romena - in Cristo risorto tutta la vita risorge. Anche se nel mondo le tenebre oscurano il cammino delle Chiese cristiane e di tante comunità e molti sacerdoti, religiosi, religiose e laici vengono barbaramente uccisi, forte e alto deve essere proclamato l’annuncio della risurrezione del Signore, che risuona da duemila anni nella storia del mondo e che solo può risollevare gli animi abbattuti e donare forza di martirio ad ogni cristiano. Anche in questa nostra città, in cui tante persone vivono oggi situazioni difficili a causa della crisi che stiamo attraversando e altre vivono ai margini della fede cristiana o appartengono ad altre religioni, la nostra preghiera e fraternità, la nostra carità possano essere fonte di annuncio e di rinnovata speranza che fortifica la fede e alimenta la solidarietà e comunione». E ancora: «Confermiamo dunque insieme la nostra comune professione di fede acclamando: ‘Cristo è risorto. Veramente risorto’».

La presenza dell’Arcivescovo e delle istituzioni – rileva padre Vasilescu, a Torino dal 1979 e primo parroco della comunità ortodossa– «ci incoraggia perché significa che non siamo ai margini ma siamo accolti come fratelli. Questa notte, nonostante il tempo inclemente ci abbia messo prova l’essere qui insieme è un segno autentico di apertura al dialogo. Come cristiani, in questo tempo difficile ci guida la parola di Dio come ha richiamato il Vescovo Nosiglia: ‘che tutti siano una cosa sola perché il mondo creda’: una buona fratellanza, come abbiamo visto recentemente durante la visita del papa e del patriarca ecumenico a Lesbo, che va oltre le diversità».

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