Quando la solidarietà passa attraverso il cous cous

Tra Torino e Chieri, tre chef siciliane saranno protagoniste della Grande Festa del cous cous, due laboratori e una cena di gala

Parole chiave: cous cous (2), gastronomia (1), nordafrica (1), Chieri (8), OAF-I (1), Sicilia (3), chef (2), Torino (730), solidarietà (43)
da San Vito Lo Capo il Cous Cous Fest approda per la quarta volta a Torino e Chieri dal 9 al 13 marzo con una grande festa per sostenere i progetti di OAF-I

Edmondo de Amicis lo definiva: “piatto di principi e di popolo”. Il cous cous, tipico della cucina nordafricana, diventa oggi un mezzo per promuovere la solidarietà.

Simbolo del “meticciato” gastronomico e culturale, il cus cus è stato importato in Sicilia nella seconda metà dell’ottocento, dai lavoratori di San Vito Lo Capo che facevano la spola con le coste nordafricane. Proprio in questa località della Sicilia occidentale da diciotto anni si tiene il Cous Cous Fest: il Festival Internazionale dell’Integrazione Culturale. Una festa di sapori e civiltà che celebra il cous cous come piatto della pace, comune a tantissime culture, capace di fare incontrare a San Vito Lo Capo, nella Sicilia nord occidentale, dieci paesi diversi all’insegna dell’integrazione e dello scambio.

Accanto alla manifestazione principale, il Cous Cous Fest in Tour, giunto alla sua quarta edizione, approda quest’anno a Torino e Chieri con due laboratori (9 e 11 marzo a Torino), una cena di gala (10 marzo a Torino) e la Grande Festa del Cous Cous (domenica 13 marzo a Chieri). Protagoniste le chef siciliane Maria Piera Spagnolo e Caterina Abrignani.

I proventi serviranno per sostenere i progetti solidali di OAF-I (Organizzazione di Aiuto Fraterno Italia). Tutto il ricavato sarà destinato alla costruzione della Scuola Secondaria Sant’Ignazio di Loyola di Msaladzi, nell’Altopiano di Angonia, zona un tempo considerata il granaio del Mozambico e i cui abitanti ora sono invece costretti a convivere con lunghi periodi di carestie e frequenti inondazioni. Queste, insieme a cattivi investimenti infrastrutturali, hanno fatto sì che non si sia riuscito fino ad oggi a trarre frutto dal pur elevato potenziale di questa terra. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel febbraio del 2015.

Per questo OAF-I vuole dare il suo contributo alla promozione e al sostegno di uno sviluppo rurale delle comunità che abitano i villaggi sparsi nella zona della provincia di Tete, coinvolta da progetto (distretti di Angonia e Tsangano). La costruzione della scuola, vuole infatti dare l’opportunità ai suoi giovani di frequentare i corsi di agropecuaria (basi di agricoltura e zootecnia), sperimentare attivamente quanto appreso e di trasmetterlo poi nei loro villaggi; essi diventeranno così i protagonisti di tale sviluppo del Mozambico.

Tutte le informazioni sul sito web www.oafi.org .

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