Dopo il caso di Carmagnola, combattere il caporalato

Dura presa di posizione dell'associazione Coldiretti per evitare nuovi incidenti nel mondo agricolo "irregolare"

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Dopo il caso di Carmagnola, combattere il caporalato

«Con la rete del lavoro agricolo di qualità si è avviato un percorso che tutela i lavoratori dallo sfruttamento e premia le imprese virtuose che nell’ultimo anno hanno assunto regolarmente oltre 300 mila migranti senza i quali non ci sarebbe più il Made in Italy a tavola che ha permesso al nostro Paese di ottenere primati in tutto il mondo». È quanto afferma la Coldiretti, l’unica organizzazione datoriale che ha partecipato alla riunione alla Cabina di regia nazionale della «Rete del Lavoro agricolo di qualità», l’organismo autonomo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo. Un tema urgente tornato alla ribalda dopo gli ultimi episodi cronaca di sfruttamento dei braccianti e del capolarato che hanno causato decessi e malori in alcune aziende agricole gestite nell’illegalità.

 «Non è accettabile che, per colpa di pochi che non rispettano le regole e che sfruttano e sottopagano il lavoro – afferma Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino – vengano messi in discussione i tanti esempi virtuosi presenti nelle campagne italiane dove lavorano regolarmente oltre 322 mila immigrati extracomunitari, provenienti da 169 diverse nazioni che contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire il successo del Made in Italy alimentare nel mondo». Una ferma condanna che arriva da Coldiretti anche in riferimento alla morte nei primi giorni di agosto   probabilmente per affaticamentoo stroncato da un arresto cardiaco  Ioan Puscasu, un bracciante di origini rumene che lavorava in una azienda agricola di Carmagnola.

«Da sempre Coldiretti è impegnata  a combattere i fenomeni di irregolarità che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un’ombra su un settore che  ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune – precisa Fabrizio Galliati – Coldiretti non rappresenterà mai realtà che non operano nella legalità e continuerà il proprio impegno accanto alle istituzioni per far emergere i fenomeni di sfruttamento e illegalità nel lavoro agricolo e avviare un percorso di semplificazione e trasparenza per le aziende».

Secondo il sindacato degli agricoltori occorre combattere senza tregua lo sfruttamento che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli. «E su questo sta lavorando l’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare che la Coldiretti ha promosso e sostenuto – conclude Galliati - Serve una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute ed il lavoro, con una equa distribuzione del valore. Dobbiamo impegnare le nostre forze in una operazione di trasparenza e di emersione mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità».

Lavoro

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