Chi offre e crea lavoro in Piemonte, ora c'è un dossier per i "neet"

L'Arcivescovo Nosiglia il 10 gennaio ha presentato l'indagine su giovani e mercato del lavoro in Piemonte condotta dalla Regione e dalla Conferenza episcopale piemontese: uno strumento informativo per agevolare la ricerca del lavoro e l'accompagnamento delle nuove generazioni disorientate e sfiduciate 

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Chi offre e crea lavoro in Piemonte, ora c'è un dossier per i  "neet"

Pubblichiamo l'intervento con cui l'Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia il 10 gennaio ha presentato il dossier sull'indagine «Chi offre e crea lavoro in Piemonte», frutto della collaborazione, siglata nella primavera scorsa, tra Regione Piemonte e Conferenza Episcopale Piemontese (Cep), «con l’obiettivo di contribuire a migliorare la conoscenza delle dinamiche occupazionali che hanno per protagonisti i giovani in Piemonte, consentendo loro di orientarsi meglio nel mercato del lavoro e offrendo agli operatori, pubblici e privati dei servizi per l’impiego, un utile strumento informativo»: 

"Sono lieto di presentare a voi giornalisti e alla opinione pubblica il risultato molto positivo e importante della ricerca fatta dal gruppo di esperti del mondo del lavoro coordinati dal dottor Mauro Zangola che ringrazio sentitamente, sul tema imprese,lavoro e giovani.

Ricerca che è stata promossa in stretto accordo con la Regione e che merita una attenzione particolare in quanto affronta il problema del lavoro dei giovani (15-29 anni) a partire da dati verificati e ricavati da una indagine capillare sulle imprese per conoscere quanti giovani negli ultimi anni (età, maschi o femmine, livello di studi e competenze...) sono stati assunti a part time (e si precisa anche quanto tempo è stato impiegato per quel lavoro) o a tempo indeterminato. Ogni settore del vasto mondo del lavoro dalla agricoltura alla industria alle cooperative, ai servizi commerciali, all’artigianato è entrato in gioco in modo prevalente su questo tema.

Anche l’imprenditoria giovanile viene presa in considerazione e sta decollando seppure con difficoltà soprattutto sul piano della continuità. Certamente il microcredito offre varie concrete possibilità al riguardo, ma l’instabilità del mercato rende a volte precario, l’avvio e la permanenza poi delle nuove imprese .

Questo strumento può dunque agevolare la ricerca del lavoro da parte dei giovani, il loro accompagnamento e la particolare cura che occorre avere con quei giovani spesso disorientati e sfiduciati di fronte a queste sfide che possono però rivelarsi anche come opportunità.

Sono dati che possono aiutare molto i diversi Centri per l’impiego regionali e locali, sia il progetto Policoro avviato in questi anni in diverse Diocesi del Piemonte dai rispettivi uffici di Pastorale sociale, sia i centri di orientamento e accompagnamento al lavoro che stiamo attivando nel territorio della Diocesi, insieme ai laboratori per i "neet "che sono stati avviati in una serie di zone, da parte dell’ufficio diocesano di Pastorale del lavoro e della fondazione Operti.

Credo che occorra favorire sempre più anche mediante la rete, la conoscenza delle molteplici iniziative che in campo pubblico, ecclesiale e del privato sociale si stanno attivando per favorire l’orientamento e l’avviamento dei giovani al lavoro. Non sottovalutiamo il fatto che in questo ambito operano delle eccellenze che vanno riconosciute e valorizzate perché si mostrano efficaci.

Sappiamo però che i giovani "neet" (che né studiano piu’ e né cercano un lavoro) sono difficili da snidare, in quanto vivono in un loro mondo chiuso nel contesto familiare. Il fatto che siano altri giovani adeguatamente formati a contattarli e accompagnarli alla ricerca di un lavoro risulta un modo vincente per farli rientrare in gioco con più fiducia e coraggio .

Questo lavoro può rivelarsi fecondo di frutti perché offre ai giovani piemontesi informazioni originali e dettagliate sulle opportunità di lavoro offerte dal sistema economico per meglio orientare le loro scelte formative e profesionali. Circa le specificità poi del materiale raccolto e catalogato saranno i responsabili del lavoro fatto a illustrarvene il contenuto e le prospettive in vista di un utilizzo al meglio nei prossimi mesi.

Aggiungo solo che l’incontro con i lavoratori dell’Embraco che ho avuto ieri mi ha confermato nella convinzione che nel nostro territorio malgrado segnali positivi di ripresa, soffriamo ancora e non solo in campo giovanile, situazioni di gravi difficoltà circa il lavoro o con risultati insoddisfacenti, per cui occorre intensificare l’impegno di tutti, Regione, Comuni, Enti ecclesiali e territoriali in particolare, imprese e soggetti stessi interessati, per imboccare vie concrete di soluzione di una criticità che rischia di diventare cronica. Credo che lo sforzo di portare l’Agorà nei territori potrà agevolare gli obiettivi positivi raggiunti e promuoverne tanti altri che si muovano valorizzando molto di più di quello che si fa oggi, il mondo del lavoro locale, e allargando l’orizzonte del lavoro dal piano Regionale e anche internazionale (cosa che avviene oggi per tanti giovani che vanno all’estero per trovare lavoro) a tutto l’ampio e articolato tessuto territoriale dove operano imprese che offrono concrete possibilità di sbocchi lavorativi nei diversi settori più specifici e propri di quell’ambiente: dall’agricoltura, all’industria, al commercio e servizi, all’artigianato e al turismo, alla cooperazione.

Approfitto infine della vostra presenza per annunciarvi che stiamo lavorando per promuovere la terza edizione dell’Agorà sul tema del welfare di inclusione sociale, connesso al lavoro e alla formazione, che completerà il discorso delle prime due edizioni sulla formazione e lavoro dei giovani in particolare".

+ Cesare Nosiglia

Arcivescovo di Torino, Presidente Conferenza Episcopale Piemontese

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