Apicolf un mondo da elogiare

Il saluto del direttore della Pastorale Sociale e del lavoro che ha portato i saluti dell'Arcivescovo al congresso nazionale

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Apicolf un mondo da elogiare

 

Il tema, sul quale si svolge  il vostro congresso nazionale, mette in evidenza due assolute priorità per la chiesa e per l’intera società civile: la persona e la famiglia.

Da una parte l’attenzione alla persona; penso alle tante collaboratrici e ai tanti collaboratori domestici, che svolgono con professionalità e dedizione il loro lavoro all’interno di moltissimi nuclei familiari prestando anche la loro opera a favore di chi è solo o si trova in condizione di bisogno, e dall’altra la famiglia che  – come definita e garantita dalla Costituzione – continua ad essere il presidio del nostro Paese, la rete benefica – morale e materiale – che permette alla gente di non sentirsi abbandonata e sola davanti alle tribolazioni e alle ansie del presente e del futuro.

 

 Conosciamo molto bene i sacrifici che le vostre associate e i vostri associati  fanno ogni giorno con impegno ammirevole, molte delle quali lontane da casa e dal paese d’origine e giunte da noi per poter trovare con il lavoro anche la dignità che spetta di diritto ad ogni persona.

Vi ringraziamo a nome della comunità cristiana, di cui moltissime di voi sono parte viva e attiva; vi ringraziamo , anche a nome del Paese intero, perché siete titolo di onore e di speranza per tutta la società.

Il tema della famiglia, che è  destinataria del vostro impegno è , come ben sappiamo per Papa Francesco prioritario e fondamentale come lo è d’altra parte il rispetto e l’attenzione alla persona e in specifico alla donna.

Poche settimane fa , in occasione della consueta catechesi del mercoledì , in Piazza San Pietro ha ribadito che «è un puro scandalo che a parità di lavoro le donne abbiano una retribuzione più bassa degli uomini. La disparità è un puro scandalo», ha detto, come uno scandalo sono l’«ingiustizia » e il «maschilismo» che «da Adamo in poi» imputano alla «emancipazione» delle donne la riduzione del numero di matrimoni, l’aumento delle separazioni e la paura a vivere legami stabili: «Questo argomento — ha chiosato papa  Francesco — non è valido, questa è una ingiustizia».

 

L’emergenza delle emergenze è, per Papa Francesco la famiglia: oggi la comunità domestica è fortemente penalizzata da una cultura che privilegia i diritti individuali e trasmette una logica del provvisorio. Siamo chiamati insieme ad esprimere con voce convinta l’importanza assoluta della famiglia   che è la prima cellula di ogni società testimoniandone  la centralità ma anche la bellezza.

 

Con il vostro servizio professionale e, grazie alle competenze acquisite e maturate ,promuovete  e difendete la vita dalla nascita all’età adulta, sostenete i genitori nel difficile ed entusiasmante cammino educativo e sorreggete chi ha raggiunto e oltrepassato magari già da parecchi anni l’età della pensione.

Su questi temi ,che affronterete nei giorni del congresso,  dedicherete tutte le risorse e il vostro prezioso e rilevante  impegno che vi aiuterà ad affrontare con sempre maggior determinazione le problematicità e le fatiche connesse con il servizio che svolgete pensando soprattutto a chi è ferito negli affetti e vede compromesso il proprio progetto di vita.

 

Una delle grandi sfide della famiglia contemporanea consiste nel tentativo della sua privatizzazione. Vi è il rischio di dimenticare che la famiglia è la «cellula fondamentale della società, il luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri» (EG 66). Occorre proporre una visione aperta della famiglia, sorgente di capitale sociale, vale a dire, di virtù essenziali per la vita comune.

Nella famiglia s’impara cosa sia il bene comune, perché in essa si può fare esperienza della bontà di vivere insieme. Senza famiglia l’uomo non può uscire dal suo individualismo, poiché solo in essa s’impara la forza dell’amore per sostenere la vita, e «senza un amore affidabile nulla potrebbe tenere veramente uniti gli uomini. L’unità tra loro sarebbe concepibile solo come fondata sull’utilità, sulla composizione degli interessi, sulla paura, ma non sulla bontà di vivere insieme, non sulla gioia che la semplice presenza dell’altro può suscitare» (LF 51).  Occorrerà riflettere su che cosa voglia dire oggi promuovere una pastorale capace di stimolare la partecipazione della famiglia nella società. La famiglia è cambiata profondamente negli ultimi decenni in Italia: nuova articolazione della compagine familiare; nuove frontiere nei bisogni della persona e nuove modalità nel prendersi cura dei propri cari, anziani, bambini; nuove condizioni del welfare. In tale contesto si è trasformato anche il ruolo delle persone che collaborano nelle famiglie: nuove figure professionali, dalla colf tradizionale all’assistente familiare; nuova composizione dell’offerta - italiani estromessi dal lavoro o alla ricerca di prima occupazione -; nuove soluzioni pubblico-privato e nuove sfide per la cura della persona. Le famiglie non sono solo oggetto di protezione da parte dello Stato, ma devono recuperare il loro ruolo come soggetti sociali. Tante sfide appaiono in questo contesto per le famiglie: il rapporto tra la famiglia e il mondo del lavoro, tra la famiglia e l’educazione, tra la famiglia e la sanità; la capacità di unire tra di loro le generazioni, in modo che non si abbandonino i giovani e gli anziani; lo sviluppo di un diritto di famiglia che tenga conto delle sue specifiche relazioni; la promozione di leggi giuste, come quelle che garantiscono la difesa della vita umana dal suo concepimento e quelle che promuovono la bontà sociale del matrimonio .

 “Solo dal benessere delle relazioni, e di quelle familiari in particolare, può derivare un pieno benessere delle persone” (Piano Nazionale per la Famiglia, 2012).
Su questo fondamentale presupposto di carattere antropologico il Piano Nazionale considera necessaria e attuale una riforma della legislazione, in particolare sotto il profilo sociologico e nella logica della prevenzione, indicando linee di indirizzo coerenti con l’analisi dei bisogni emergenti in chiave relazionale:
La famiglia, intesa come bene relazione che produce a sua volta beni relazionali, per essere sostenuta ha bisogno di “servizi relazionali” che sappiano, attraverso il lavoro di rete, generare capitale sociale, nella logica della sussidiarietà per sviluppare le potenzialità della famiglia.

Augurandovi buon lavoro, rinnovo il mio ricordo e la mia premurosa sollecitazione a favore del bene personale, familiare e comune.

 

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Lavoro

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