Stragi, armi, terrore le facce del male che si vince con il bene
Dalla ferocia della violenza alla donazione per amore di una vita appena nata
E' davvero difficile comprendere cosa scatti nella mente umana prima di commettere una strage. Una o più persone che scagliano, con una violenza brutale, con il solo obiettivo di annientare dei propri simili e in fondo se stessi. Accade ovunque, in ogni parte del mondo, tra le mura domestiche, tra coloro che dovrebbero avere relazioni più stabili e profonde.
E ogni volta, dall'inizio del mondo ad oggi a domandarsi perchè? Perchè il male costringe il bene ad arretrare, ferito quasi sconfitto prima di riprendere fiato e orizzonte. Il male non può vincere, non deve vincere. Il bene è superiore, va oltre, squarcia in modo armonico e verso il bello, il giusto e il buono le angosce più recondite, le frustrazioni più abissali che sono l'inizio di quella deviazione umana che porta alla violenza. Disarmare il male è il compito dell'uomo, del credente, del cristiano. Portare il mondo all'idea che gli uomini non sono numeri ma esseri, persone, uniche, irripetibili, figli e fratelli.
Ci sono due fatti uno negativo e l'altro positivo che ci inducono ad una breve riflessione. Il male delle stragi nel paese, da gran parte del pianeta, considerato la culla della libertà, gli Stati Uniti. L'ultima notizia è il massacro di San Bernardino, 14 vite spezzate, in un centro disabili, in una casa dove l'amore e il bene dovrebbero essere il fondamento dell'esistenza. L'interrogativo è pressante e ingombrante, come può un grande paese democratico tollerare il più vergognoso e aberrante commercio di armi legali, 310 milioni strumenti di morte per 350 milioni di abitanti. E altri dati sconvolgono, perchè non sono lo scenario di un paese in guerra, ma in pace: dall’inizio del 2015 sono 12 mila le persone uccise da armi da fuoco, e oltre 300 le stragi consumate, grandi o piccole in scuole, ospedali, luoghi pubblici e altro ancora.
La vicenda, la storia, positiva che emoziona e rende il mondo più degno giunge invece dalla Gran Bretagna. Quando si dice il valore di una vita. Unico, inestimabile. Sia che duri cent’anni, sia che si esaurisca in un tempo brevissimo, ore, giorni, anni. Protagonista di questa alta verità è una bambina, Speranza. Il suo nome era, è, sarà per sempre Speranza. Una neonata che ha vissuto appena 74 minuti. Ma ha fatto cose grandi: ha donato un rene a un altro bebè. La sua breve vita. racchiude il significato più profondo, alto e cristiano dell'esistenza, è il segno della speranza di un mondo migliore.
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione