Non bestemmiare
Una riflessione sugli accadimenti di questa estate che sono dentro una tragedia epocale
Passano davanti agli occhi le immagini dell'orrore, immagini che dicono morte, violenza, abbandono, e la nostra impotenza. Il bambino posato dalla marea sulla spiaggia, simbolo di tanti, troppi altri bambini, giovani, adulti e anziani che le onde e l'indifferenza hanno sparpagliato nel Mediterraneo.
Le urla, gli spintoni, le proteste dei migranti a Budapest e nei Balcani. Le sequenze interminabili di occhi dall'iride scura, che hanno visto il male faccia a faccia, e cercano solo un filo di speranza per se stessi e per i loro cari.
GIOTTO
Fuggono dalla guerra, dalla persecuzione etnica e religiosa, dalle violenze. Fuggono dalla povertà, dalla mancanza di prospettive. Fuggono da Paesi che il nostro egoismo ha reso insicuri, immiseriti, depauperati ed instabili.
Io non so come aiutarli, cosa fare; la coscienza dell'enormità della tragedia fa sentire inermi e può provocare rassegnazione.
Ma almeno dobbiamo parlare.
Per dire che ci siamo; che riconosciamo con tutte le forze l'umanità, la sacralità, l'inviolabilità, la preziosità e l'unicità di ogni nostro fratello e sorella che è su un barcone o percorre un binario del treno.
Per dire che la loro vita vale quanto la mia o la tua, e non possiamo assuefarci a contare a migliaia queste morti atroci.
Per dire che anche cercare un po' di prosperità e di futuro è un diritto, e a maggior ragione si deve poter cercare altrove la pace, la libertà e la vita che il tuo Paese non ti assicura.
Per dire ad alta voce una verità fondamentale: invocare l'identità cristiana dell'Europa come baluardo contro i migranti (come ha fatto oggi un premier europeo) è solo una bestemmia.
Perché il Cristo è lì, su quei barconi come sulla barca degli apostoli.
È riverso su quella spiaggia, e il poliziotto che lo raccoglie senza sforzo - è tanto piccolo - è come la Vergine della Pietà di Michelangelo.
È nello sguardo di quei fratelli, da cui distogliamo il nostro.
Perché "avevo fame, e mi avete dato da mangiare... ero forestiero e mi avete ospitato".
Chi veramente minaccia l'identità cristiana dell'Europa siamo noi cristiani fiacchi, dal cuore duro e troppo innamorato delle nostre certezze, delle nostre ricchezze, delle nostre chiacchiere, della nostra sazietà
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