La scomparsa dei cattolici democratici. Purtroppo

Una riflessione per cercare di comprendere l'attuale confuso e intricato panorama politico nazionale 

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La scomparsa dei cattolici democratici. Purtroppo

La scomparsa dei cattolici democratici. Purtroppo. Al di là delle appartenenze di ciascuno di noi - ovvero dei cattolici democratici impegnati in politica oggi - c'è un vuoto nella politica italiana che continua ad essere misterioso ed inspiegabile. E cioè, la sostanziale assenza dei cattolici democratici e, soprattutto, della cultura cattolico democratica nell'attuale dialettica politica.

E' perfettamente inutile individuare singole responsabilità. Sono personali e collettive, com'è evidente. A cominciare, com'è altrettanto ovvio, da coloro che ricoprono incarichi nazionali di prim'ordine e si dichiarano, a tutti gli effetti, interpreti e depositari della tradizione cattolico democratica. Ma, per andare nello specifico, noi oggi registriamo una fioritura della presenza politica della sinistra. Da quella riformista a quella movimentista, da quella tradizionale e ideologica a quella cosiddetta moderna e post ideologica. Certo, "sette sentieri non fanno una strada" come si suol dire ma e' un fatto indubitabile che la sinistra politica e culturale, seppur nelle sue varie articolazioni, oggi è fortemente presente nella geografia politica italiana e gioca un ruolo importante e decisivo.

Se, invece, ci spostiamo nel campo della destra, registriamo una presenza meno articolata ma altrettanto qualificata. In questo campo, a differenza della sinistra, c'è una scarsa vivacità culturale e una debole progettualità politica. Insomma, molto più sfumata. Anche per un fatto storico e specificatamente italiano dove è sempre mancato un pensiero politico della destra e, per essere ancora più precisi, un pensiero autenticamente conservatore e anche liberale. Ha fatto irruzione, invece, dopo la ventennale presenza berlusconiana - che definire di destra è decisamente inappropriato e financo scorretto - una destra lepenista, xenofoba e anche un po' reazionaria che non interpreta affatto il tradizionale pensiero politico della destra liberale ed elitaria italiana ma che, comunque sia, rappresenta una fetta consistente di elettorato italiano in virtù di una cultura politica abbastanza identificata.

E, accanto alla sinistra - più o meno moderna - e alla destra, seppur un pò rabberciata e confusa, non possiamo dimenticare la presenza politica per eccellenza. E cioè il movimento 5 stelle che interpreta alla perfezione il profondo sentimento che attraversa orizzontalmente la cultura e la società italiana, cioè l'anti-politica militante, la demagogia a buon prezzo e il populismo più sfacciato ed anti-istituzionale. Ecco, di fronte ad uno scenario che ho cercato di riassumere seppur sbrigativamente, spicca per la sua assenza, la cultura e la presenza cattolico democratica.

Ovvero, quella cultura e quel filone ideale che hanno accompagnato, dalla Costituzione in poi, la democrazia italiana. Una cultura politica che, grazie alle personalità che ha sprigionato nelle diverse fasi storiche della nostra democrazia, si è affermata anche e soprattutto come classe dirigente e di governo. Una cultura, inoltre, che ha giocato un ruolo decisivo in tutti i tornanti che hanno caratterizzato la storia politica del nostro paese. E che, in tutte le occasioni, si è distinta per la sua moderazione, la sua intelligenza, il suo senso dello Stato e delle istituzioni. Ora, come e' possibile che in questa fase di transizione e di profondo cambiamento - l'ennesimo - del sistema politico italiano la presenza e la cultura cattolico democratica siano caduti nel letargo? Come è possibile che i cattolici democratici, tutti i cattolici democratici, si siano rassegnati a giocare un ruolo puramente gregario, subalterno e sostanzialmente anonimo nella politica italiana?

Ripeto, a prescindere dalle collocazioni attuali di ognuno di noi nei diversi partiti. Parliamoci chiaro. Non si tratta di rimpiangere i tradizionali strumenti politici ed organizzativi che vedevano una presenza massiccia dei cattolici democratici, cioè la Democrazia Cristiana e il Partito Popolare Italiano. Ma, senza evocare la formazione di nuovi partiti, una domanda resta sostanzialmente inevasa.

E cioè, quelle centinaia di migliaia di persone che, nella variegata e articolata provincia italiana, si riconoscono forse ancora in quel patrimonio, si sentono "orfani" di una collocazione politica vera e convincente. E dove si trovano, molto probabilmente, anzi quasi certamente, si sentono piu' "ospiti" che "protagonisti". Al di là delle ricerca di posti, di prebende e di incarichi che sono indubbiamente importanti ma politicamente deboli ed irrilevanti se non sono accompagnati da un pensiero politico e culturale riconoscibile e trasparente. Ecco, alla domanda sulla "irrilevanza" e sulla "insignificanza" dei cattolici democratici nella politica odierna, prima o poi occorrerà dare una risposta compiuta e seria. Cioè politica, culturale ed organizzativa. 

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