Il senso del limite
Quaresima tempo di riflessione. La necessità di riprendere in profondità il senso della vita
Il tempo di Quaresima è momento di riflessione e silenzio per ogni cristiano. Nell’epoca della comunicazione del flusso continuo ed infinito, nella stagione degli orrori quotidiani e della rassegnazione diffusa, spegnere ogni dispositivo elettronico e surrogato meccanico, ci aiuterà a trovare pause di riflessioni interiori, saggezza e profondità spirituali. Guardarsi dentro, nel profondo, è provare a capire qualcosa di noi stessi, ritrovare una relazione verticale con Dio e orizzontale con gli altri. Nelle pieghe del nostro contemporaneo tra fatiche, ferite e speranze, è importante comprendere il senso del limite, le domande inevase e le risposte inadeguate.
Vivere – anziché essere vissuti, il punto è questo. Chi vuole andare sempre incontro a tutte le aspettative, avvertirà presto in modo doloroso i propri limiti. Sia nel rapporto di coppia, sia sul lavoro, sia nell’educazione – per tutti, le relazioni sono importantiper poter definire i propri limiti e confini. Molti vivono al di sopra delle proprie forze oppure al di sopra delle loro relazioni. Ma, a un certo punto, si rendono conto di aver perduto il proprio centro. Anche per questo Francesco ci parla di Chiesa in uscita, non come uno slogan utilizzabile per ogni evenienza, ma come un cardine dell’azione missionaria e di evangelizzazione. Dialogo e conversione, senso dei propri limiti sono la base per la costruzione di un mondo più vero, libero giusto: per contrastare ogni forma di odio, violenza e azione di morte verso i fratelli. Tutto questo per dare all’umanità prossima e lontana un senso di liberazione da egoismi e individualismi, e assegnare un nome al «noi», in opposizione alla deriva antropologica dell’io autosufficiente. «Tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità. Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo» (Evangelii gaudium, 83), sono le del Papa che, nel tempo del silenzio e del digiuno spirituale e materiale, facciamo nostre. Fare di tutto ciò per favorire lo sviluppo e il consolidamento di un’opinione pubblica nella Chiesa che veda il laicato come un membro attivo del Popolo di Dio, in collaborazione ai presbiteri e ai vescovi, nello specifico campo delle «realtà terrene» e nella vita della Chiesa.
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