“Donald Devil Trump”

Una analisi del discorso del neo presidente degli Stati Uniti

Parole chiave: stati uniti (38), trump (15), presidente (12)
“Donald Devil Trump”

Non mancano nella Storia esempi di autocrati che parlano in nome di Dio e dichiarano Dio con loro, e nessuno che si sia distinto nel bene. Oggi, a quelli passati se n’è aggiunto uno che ha forse osato di più benedicendo sì il suo popolo, ma con accenti sembravano voler avvicinare una qualche divina autorevolezza.

 

Giurando come 45º presidente degli Stati Uniti d’America, Trump ha semplicemente confuso il discorso istituzionale di insediamento con il grido di guerra con cui ha vinto le elezioni: “America first”! Gridato nell’ambito di una concezione di grandezza nazionale totalmente isolazionista, di una visione antropologica in cui la crescita premierebbe solo quanti operano concentrati in sé stessi, dimentichi di tutti gli altri.

 

Viene da chiedersi: “Ma Trump ha mai riflettuto sulla Storia del suo Paese? Si è mai chiesto come gli Stati Uniti d’America siano diventati la prima potenza mondiale, da tutti riconosciuta come tale e, pur con tanti distinguo e qualche forte mal di pancia, da tutti guardata come terra di speranza in cui ad ogni abitante del pianeta è consentito accedere, vivere, studiare, lavorare, crescere personalmente e intanto contribuire alla crescita del Paese che lo ospita? E, se l’ha fatto, come può pensare oggi di promettere un futuro migliore a tutti gli americani programmando l’esatto contrario? E ancora: in questo suo disegno USA-centrico in cui è d’obbligo “comprare americano, costruire americano, assumere americano”, in cui promette una scuola decente (quasi l’attuale fosse indecente), un futuro di crescita scientifica e tecnologica (quasi l’America non brillasse proprio per questo) e la sconfitte di tutte le malattie, come colloca la sua decisione di smantellare l’accesso (purtroppo ancora così limitato) alla sanità dischiuso dalla “Obama care”?

 

Si potrebbe continuare a evidenziare assurdità logiche, negligenze storiche e incoerenze programmatiche di quel “discorso elettorale di insediamento” (genere prima sconosciuto), ma, se da un lato è giusto riconoscere a Trump di avere evidenziato – sia che le senta, sia che le strumentalizzi soltanto – gravi distorsioni su cui intervenire per doverosa attenzione verso i propri concittadini, dall’altro occorre andare oltre e stigmatizzare che chi rappresenta agli occhi del mondo il primo Paese del mondo abbia utilizzato l’autorevolezza propria del discorso istituzionale di insediamento per proporci un capovolgimento di quei sentimenti, ormai minoritari nel mondo, che ancora riconoscono nella solidarietà una forza di progresso, in conformità con la propria coscienza umana e con la parola evangelica “Solo chi si dimentica si ritrova”. Oggi “Donald Devil Trump” (nome che ho coniato per l’occasione inserendo Devil, diavolo, colui che divide) ha lanciato in mondovisione e dal più alto scranno civile il verbo menzognero di un progresso che nascerebbe dall’egoistica chiusura di singoli, tribù e nazioni, mai da chi ricerca la propria crescita in quella comune.

 

Il rischio per tutti è che molti lo seguano aumentando pericolosamente il numero già tanto alto di quanti, dimentichi di ogni fratellanza, alimentano quella “globalizzazione dell’indifferenza” che insistentemente Francesco condanna. Il rischio per l’America è trovarsi tra quattro anni più povera, e declassata dalla coscienza dei popoli nella graduatoria mondiale dei Paesi che contano e alimentano la speranza del mondo.

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo