La grande fabbrica sul grande schermo

C'era una volta la FIAT a Torino e Mirafiori era il suo quartiere, c'erano gli operai, c'era tanto lavoro e, tutti i giorni, la grande fabbrica produceva automobili. Sì, è vero, c'era una volta la FIAT e “Mirafiori Lunapark”, film d'esordio di Stefano Di Polito, comincia proprio così, non con le parole, bensì con immagini d'epoca che partono addirittura dall'era fascista, quando Mussolini inaugurò lo stabilimento di Mirafiori. Si vedono gli operai al lavoro, si vedono scene di famiglia. Spezzoni forse di quarant'anni fa che sembrano usciti da un'epoca così lontana da essere un pallido ricordo per molti, per quelli che non sanno cos'erano  la FIAT e Mirafiori, il quartiere che le era cresciuto intorno. Ma Di Polito non dimentica, perché i suoi genitori lavoravano alla FIAT, come i vicini, le famiglie degli amici, quando tutto girava attorno alla FIAT.

Di Polito ha diretto una favola malinconica e gentile, in cui si racconta di tre ex operai anziani che occupano la fabbrica ormai in rovina per renderla ancora, a modo loro, viva e per tutti. Il sogno dei tre pensionati si scontra con la dura realtà, la crisi, i problemi famigliari, ma sono ostinati e vinceranno loro, perché nelle favole buone e ottimiste i buoni trionfano e persino i cattivi diventano buoni.

Un film delicato, con qualche momento di commozione, una buona regia e tre ottimi protagonisti: Alessandro Haber, Antonio Catania e Giorgio Colangeli.