Il ritorno dello scimmione più famoso

KONG: SKULL ISLAND   (USA, 2017)

Regia: Jordan Vogt Roberts

con Brie Larson, Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson

Parole chiave: fil (82), cinema (39), critica (16)
Il ritorno dello scimmione più famoso

 

Kong è tornato sui nostri schermi, anzi, per la precisione, è tornato sugli schermi di tutto il pianeta per raccattare incassi favolosi, degni dello scimmione gigante, sovrano dell'isola del teschio, che in questa versione è alto trenta metri, centimetro più centimetro meno.

“Ho voluto che il mio Kong fosse enorme – ha dichiarato il regista Jordan Vogt Roberts, che ha trentun anni e un imponente barbone nero – perché volevo fosse un'apparizione spaventosa, non uno scimmione extralarge con movenze e sentimenti umani, ma un vero mostro per chi doveva dargli la caccia, o una divinità per i nativi che dovevano coabitarci”.

Infatti questo strakong è diverso da tutti gli altri suoi predecessori, alto come un palazzo e grosso in proporzione domina la sua isola del teschio, protegge i variopinti abitanti silenziosi e rassegnati a vivere prigionieri in casa propria, non esige sacrifici umani come tutti i King Kong dal 1933 a oggi, che gradivano le giovani donzelle, preferibilmente bianche e molto carine. Non sappiamo in questo film come e dove abbia la sua tana né come campi, sappiamo soltanto che mangia di gusto un polpo crudo, gigante come lui, che ha fatto la corbelleria di attaccarlo. Insomma il Kong attuale è una novità, soprattutto perché gli americani non lo catturano per portarselo a New York e trasformarlo in un fenomeno da circo Barnum, ovviamente per guadagnare un sacco di dollari alle sue spalle.

Il film, ambientato negli anni Settanta al termine della guerra in Vietnam, racconta di una spedizione scientifica che ha l’obiettivo di scoprire cosa realmente racchiuda la misteriosa Skull Island, da tutti ignorata e nascosta dall’eterna tempesta.

Che ci siano mostri, incluso Kong, gli scienziati già lo sanno, ma si guardano bene dal rivelarlo a tutti gli altri, soldati di scorta compresi, Dunque il gruppetto di militari,  che pensava di tornare finalmente a casa in santa pace, si trova invece a dover compiere l’ultima missione, affrontando una bella collezione di mostri letali che, ovviamente, sono orridi e carnivori e, al loro confronto, il grande Kong non fa paura.

Di questa eterogenea spedizione fa parte anche una giovane fotografa di guerra, in odore di premio Pulitzer, che, qualunque cosa accada, scatta foto su foto che il regista fa vedere in bianco e nero, tanto per essere in carattere con i maestri dell’immagine d’epoca.

Per dirla in breve: un film ben realizzato, con effetti di livello e una buona fotografia, che lascia il bonario Kongone a regnare indiscusso sulla sua incredibile isola, pronto a qualunque avventura, pare che in futuro sfiderà Godzilla…

                                                                           

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