Il principio speranza in celluloide

L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA                                                     (Finlandia, 2017)

Regia: Aki Kaurismäki

Con Sherwan Haji, Sakari Kousmanen, Ismo Haavisto

Parole chiave: finlandia (1), film (67), speranza (20), recensione (32)
Il principio speranza in celluloide

Premiato con l’Orso d’Argento per la regia all’ultima Berlinale, “L’altro volto della speranza” di Aki Kaurismäki è il secondo film della trilogia iniziata dal regista nel 2011 con “Miracolo a Le Havre”, che dovrebbe essere completata – non si sa quando – da una “commedia felice”. Lo stile di Kaurismäki, che qualcuno definisce minimalista, è chiarissimo e semplice, sottolineato da scelte essenziali che pongono in drammatica evidenza sentimenti umani importanti quali la solidarietà, la disponibilità verso il prossimo, il saper comprendere il disagio e la paura, l’attaccamento agli affetti familiari, ovvero quanto permette la sopravvivenza degli ultimi, di coloro che non hanno voce. Lo sguardo di Kaurismäki, privo di accenni polemici e solo in apparenza disincantato, rivela un racconto poetico teso a dimostrare che la vita potrebbe riservare meno sofferenze, la realtà sociale potrebbe essere migliore, grazie alla comprensione e all’aiuto reciproco.

La vicenda di Khaled è lo specchio di un mondo che c’è e, contemporaneamente, di un mondo che potrebbe esserci. Khaled è un giovane profugo siriano fuggito dalla guerra che ha sterminato la sua famiglia. Si sono salvati lui e la sorella Miryam, scomparsa nella baraonda di profughi al confine. Khaled è riuscito a entrare in Finlandia, si sottomette alle autorità, ma non riesce a ottenere il permesso di soggiorno; aiutato da una caritatevole donna diventa clandestino e trova lavoro nel ristorante periferico e squallido appena acquistato da Wikström, ex commerciante di cravatte, diventato benestante grazie a una cospicua vincita al gioco.

La situazione del ristorante è surreale e grottesca, un campionario di assurdità, però tutti aiutano Khaled il quale è già stato salvato dalla violenza razzista perché un gruppo di emarginati è intervenuto a proteggerlo. Il cuore buono, parrebbe dire Kaurismäki, si trova tra i meno fortunati. Grazie al ristorante e ai suoi amici Khaled ottiene documenti falsi e ritrova persino la sorella e il lato scuro della medaglia non distrugge la speranza di vivere in pace.

Un film da vedere e rivedere.

                                                                                              Beppe Valperga 

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