Peter Gabriel in concerto a Torino

Off Topic, il ruggito della rockstar un itinerario lungo cinquat'anni di musica da leggenda

Parole chiave: Genesis (1), Peter Gabriel (1), concerto (8)
Gabriel in concerto a Torino

Mi sono preparato , ho comprato i biglietti due mesi or sono, ho letto del tour mondiale Back to Front per festeggiare i  venticinque anni di dalla pubblicazione dell’album di maggior successo dei leggendari, un po’ di enfasi ci sta, Genesis. Ho apprezzato la coincidenza del concerto realizzato a Berlino per festeggiare la Caduta del Muro. Peter Gabriel un signore di 64, cantante, suonatore di più strumenti ieri sera in camicia grigia a quadrettoni ha provato ad incantare il PalaAlpitour ex Isozaki.  Posti complessivi per i concerti 18.500 posti a sedere 12.350. PalaAlpitour tutto sommato pieno. Prima osservazione: è il primo concerto rock dove ho visto più genitori  che figli e persone , ampiamente nella mezza età ed anche oltre. Al massimo la presenza di qualche genitore con figli ampiamente minorenni.

Lo spettacolo parte quasi puntuale un ciao di inizio e più che la magia della musica apprezzo il fare conviviale: la prima parte del concerto è con il PalaAlpitour illuminato.  Luci basse un po’ complici non luci da concerto poi il salto, l’esplosione: adesso le luci sono minimaliste optical con bianco che domina e fende spettatori e palazzetto . Grande professionalità con il supporto istrionico di tripodi luminosi e passeggianti, un po’ da Guerra dei Mondi  e filmografia derivante, che seguono, inseguono, giocano, ammiccano e si estendono anche minacciosi su Peter Gabriel.  Luci che dominano il concerto sino a diventare un Andy Wharol video in “Big Time” , siamo oltre metà concerto, per poi passare al duetto post Kate Bush ed alquasi finale con “Mercy Street” sdraiato  in terra ad occhi chiusi.

Un Peter Gabriel che riesce ugualmente a fare spettacolo sul palco, e forse continua a metterci l’anima, nonostante i limiti, nonostante le imprecisioni, nonostante la voce, nonostante l’età. Infine il vero tocco da artista e soprattutto di persona sensibile: nel suo personalissimo angloitaliano sottolinea la strage avvenuta in Messico, i 43 studenti ammazzati barbaramente dai narcos e qui passiamo, sulla soglia dell’ultimo “world tour” , alla zampata finale dalla ruggi_ne al ruggi_to.

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