Cristiani sempre più perseguitati, il rapporto di "Aiuto alla Chiesa che soffre" 2015-2017

«Perseguitati e dimenticati» è il titolo del rapporto «sui cristiani oppressi per la loro fede tra il 2015 e il 2017» di Aiuto alla Chiesa che soffre: sempre peggiore la situazione. Lo studio è frutto di ricerche sul campo in 13 Paesi: Cina, India, Iraq, Pakistan, Siria, Sudan, Turchia, Egitto, Eritrea, Iran, Nigeria, Arabia Saudita e Corea del Nord 

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Cristiani sempre più perseguitati, il rapporto di "Aiuto alla Chiesa che soffre" 2015-2017

«Perseguitati e dimenticati» è il titolo del rapporto «sui cristiani oppressi in ragione della loro fede tra il 2015 e il 2017» di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs): sempre peggiore la situazione dei cristiani perseguitati da violenze, oppressioni, persecuzioni e sempre più efferata la negazione della libertà di fede. Lo studio è frutto di ricerche sul campo in 13 Paesi: Cina, India, Iraq, Pakistan, Siria, Sudan, Turchia, Egitto, Eritrea, Iran, Nigeria, Arabia Saudita e Corea del Nord: «Anche tra il 2015 e il 2017 i cristiani sono stati vittime del fondamentalismo, del nazionalismo religioso, di regimi totalitari e di violenze direttamente o indirettamente finanziate dall’Occidente, nonché dell’incapacità dei governi occidentali di porre un freno al genocidio in atto in Medio Oriente e alla violazione dei diritti umani fondamentali con violenze, stupri, detenzioni illegali, processi iniqui, divieto di riunioni».

In Cina, impero capital-comunista, le nuove norme hanno portato alla distruzione di molte chiese e alla rimozione di molte croci: «C’è una crescente pressione affinché le Chiese si conformino all’ideologia comunista o si sciolgano». In Corea del Nord, la peggior dittatura del mondo, «i cristiani sono considerati spie degli Stati Uniti e sono inviati nei campi di internamento dove vengono uccisi o subiscono lavori forzati, torture, persecuzione, privazione di cibo, stupri, aborti forzati e violenze sessuali». In India «drastico aumento degli attacchi anticristiani dopo le elezioni del marzo 2017». Nei primi mesi di quest’anno in Iran sono stati compiuti  316 atti e «ai danni dei cristiani» e «la Chiesa ha subito confische di terreni, rifiuti di visti e forme di sorveglianza e intimidazione». In Iraq lo Stato islamico – che sta arretrando sotto i colpi della coalizione internazionale - «ha cercato di eliminare il Cristianesimo nelle aree sotto il proprio dominio distruggendo le chiese e con le conversioni forzate». In Pakistan «la discriminazione ai danni dei cristiani è in aumento, nelle scuole i libri di testo incitano all’odio contro le minoranze, nei posti di lavoro i cristiani sono costretti alle mansioni più umili» e giudici prevenuti e corrotti condannano cristiani innocenti, come è il caso di Asia Bibi,la donna cristiana in carcere da sette anni con l'accusa inventata di blasfemia. In Siria – del quale l’Occidente parla solo dei criminali europei che combattono sotto le nere bandiere del Califfato: «Racconti agghiaccianti di atrocità e genocidi commessi dall’Isis tra il 2015-2017». Metà della popolazione cristiana è fuggita.

Nell’Arabia Saudita, tanto vezzeggiata per il suo petrolio, «il Cristianesimo è illegale. Lo Stato sostiene di tollerare il culto privato dei non musulmani, ma le conversioni dall’Islam sono punite con la pena di morte». In Egitto, un tempo abbastanza tollerante, più di 100 cristiani sono uccisi dagli estremisti islamici in vari attentati. L’ultimo il 12 ottobre 2017: il sacerdote copto Samaan Shehata è stato ucciso con un grosso coltello: la dinamica fa pensare a un’aggressione islamista, simile agli attacchi degli ultimi mesi nelle città europee. Anche l’Eritrea è soggiogata dagli estremisti islamici con «misure ancor più repressive contro i cristiani e carcere per quanti si oppongono al controllo governativo»,

In Nigeria c’è un duplice attacco dei terroristi di Boko Haram e dei pastori fulani «che devastano i villaggi cristiani e uccidono molti fedeli». L’Acs dice che la Chiesa  esibisce «le prove della complicità dei governi locali e dell’esercito che forniscono armi e denaro agli estremisti». Don Maurizio Pallù, sacerdote italiano, da tre anni missionario in Nigeria, è stato rapito: lui e altre quattro persone sono stati bloccati da uomini armati che li hanno rapinati ma hanno sequestrato solo il prete. Sessantatre anni, è un «presbitero itinerante» del Cammino neocatecumenale. Originario di Firenze, prima missionario laico, ha studiato nel Seminario dei neocatecumenali «Redemptoris Mater» di Roma: ordinato sacerdote, è stato missionario in Olanda e ora in Nigaria. Si pensa a una banda di delinquenti comuni che mirano a un riscatto in denaro.

In Sudan «la persecuzione dei cristiani è aumentata, le leggi di pianificazione edilizia servono da pretesto per distruggere le chiese nel tentativo di eliminare il Cristianesimo». In Turchia, che vorrebbe entrare nell’Unione Europea, tra gli edifici confiscati dallo Stato ci sono «anche proprietà della Chiesa siro-ortodossa». L’intolleranza «si concretizza anche nell’islamizzazione dei siti storici cristiani, come l’Hagia Sophia»: Santa Sofia era una chiesa cristiana, è stata trasformata in moschea dagli islamici che hanno cancellato ogni traccia di Cristianesimo.

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