Tunisia: il Ramadan divide il Paese

Nel mese sacro per i musulmani, l'appello di un gruppo di associazioni che invitano alla tolleranza verso tutti i cittadini nel rispetto della laicità

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Dalla sponda Nord del Mediterraneo si indica spesso la Tunisia come un Paese laico, ma la realtà nella vita quotidiana è ben diversa. La stessa Costituzione tunisina ricorda, nell'articolo 1, come la Tunisia sia un Paese musulmano: «La Tunisia è uno stato libero, indipendente e sovrano, l'Islam è la sua religione, l'arabo la sua lingua e la Repubblica il suo regime».

Qualche giorno prima dell'inizio di Ramadan, il Collettivo per la difesa delle libertà individuali, che si compone di circa ventitré associazioni, ha pubblicato un comunicato invitando le autorità pubbliche a rispettare le libertà individuali durante questo mese sacro, facendo riferimento all'articolo 6, 21, 23 e 24 che indicano rispettivamente la libertà di coscienza e l'invito alla tolleranza, la protezione della vita privata e l'uguaglianza di tutti i cittadini.

L'appello è stato lanciato a causa delle violazioni che si sono effettuate nel 2015 in questo stesso periodo, come si legge nel comunicato: «Viste le violazioni perpetrate lo scorso anno durante il mese di Ramadan, contro le libertà individuali, in particolar modo la chiusura di alcuni bar e luoghi di ristorazione, l'intimidazione e la molestia ai proprietari di questi locali e perfino, in alcuni casi, aggressioni e violenza contro i clienti e il personale da parte delle forze dell'ordine; in seguito agli arresti e alle sentenze eseguite con l'accusa di oltraggio alla morale; in seguito alle campagne di denigrazione e di incitazione alla violenza contro le persone e i gruppi che si appellano al loro diritto alla differenza e alla libera scelta».

L'articolo completo sul Nostro Tempo di Domenica 3 Luglio 2016

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