Partorire in anonimato, 2.500 firme per difendere la legge

Il diritto delle madri alla riservatezza rischia di essere cancellato dalla riforma nazionale.  Petizione dell'Associazione famiglie adottive e affidatarie

Parole chiave: adozione (3), anonimato (2), bambini (21), famiglia (86), aborto (8)
Partorire in anonimato, 2.500 firme per difendere la legge

Una recente sentenza della Corte Costituzionale (22 novembre 2013) ha riacceso il dibattito sull’eventuale diritto del figlio non riconosciuto a conoscere la madre biologica. Per questo, in ottemperanza a questa sentenza, sono state presentate presso la Camera dei Deputati diverse proposte di legge in discussione alla Commissione Giustizia che le ha unificate in un testo base. Di qui la petizione promossa dall’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie che ha sede a Torino) a cui aderiscono numerosi organismi che tutelano le famiglie adottive per la «Difesa del segreto del parto, della salute delle donne e del futuro dei bambini non riconosciuti».

«Nei giorni scorsi – spiega Frida Tonizzo, consigliere dell’Anfaa – abbiamo presentato  alla presidente della Camera le prime 2.500 firme dell’appello/petizione al Parlamento e al Governo per la difesa del segreto del parto, la salute delle donne e il futuro dei bambini non riconosciuti –  alla petizione si può aderire ancora fino a quando la discussione sulla legge non sarà terminata: invitiamo tutti ad aderire perché il testo di legge in discussione, se approvato, avendo effetto retroattivo, rischierebbe di avere conseguenze gravi ed irreversibili sulle oltre 90 mila donne che dal 1950 ad oggi hanno partorito il loro nato avvalendosi del diritto alla segretezza».

Alla petizione si può aderire attraverso il sito www.change.org o sui moduli cartacei, disponibili presso la segreteria Anfaa di via Artisti 26.

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