Amoris Laetitia, intervista ad un padre sinodale: "Famiglie, camminate!"

All'indomani della presentazione dell'Amoris Laetitia di Papa Francesco il commento di don Mario Aldegani, uno dei padri sinodali, superiore generale dei Giuseppini del Murialdo, che ha partecipato all'assemblea in rappresentanza dei religiosi

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Amoris Laetitia, intervista ad un padre sinodale: "Famiglie, camminate!"

Don Mario, al termine  dell’assemblea sinodale lei su queste colonne ci aveva detto che si stava compiendo «un atto d’amore per la famiglia». Dopo la pubblicazione dell’Amoris Laetitia conferma questa sua affermazione?

Rispondo volentieri, anche se vado un po’ contro la raccomandazione di papa Francesco, che all’inizio dell’ Amoris Laetitia, non consiglia una lettura generale affettata! Posso dire che una prima lettura dell’Esortazione mi ha dato la sensazione che mi dà l’ascolto di una sinfonia di Mozart, che per prima cosa trasmette energia, positività, vita e gioia. Il titolo già dice molto, suggerisce lo spirito positivo del documento e non può non far pensare alla prima enciclica di Francesco, Evangelii Gaudium, di cui è come la continuazione, in quella «conversione pastorale» che qui, parlando di famiglia e di amore, si potrebbe quasi definire una vera «rivoluzione pastorale».

Commentando il Sinodo, alla sua conclusione, avevo detto che per me era stato da parte della Chiesa un «atto di amore verso la famiglia»; ora dico di più: papa Francesco con la Amoris Laetitia ha scritto un grande canto di amore alla famiglia, sviluppando la partitura della sua sinfonia sulla Parola di Dio, in particolare su alcuni testi biblici molto significativi, come il salmo 128 ( cap. 1) e l’inno all’amore di san Paolo in 1 Cor 13,4-7 (cap. 4).

 

Come giudica il percorso sinodale?

Per me, che ho avuto la gioia e la grazia di partecipare ai due Sinodi sulla Famiglia, è stata una grande gioia riscontrare con quanta attenzione il Papa abbia raccolto le riflessioni del lungo percorso sinodale, durato praticamente tre anni, senza lasciare cadere nulla, portando a maturazione e facendo fruttificare, in un testo ricco e ispirato, i semi raccolti lungo il cammino. Il senso generale dell’Esortazione è nella direzione indicata dal Sinodo: la logica della misericordia di Dio verso tutti, che deve ispirare, caratterizzare e rinnovare la prassi pastorale. Il Papa non manca di sottolineare che questa Esortazione acquista un significato speciale nel contesto dell’Anno Giubilare della Misericordia: «In primo luogo – scrive il Papa – perché la intendo come una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del  matrimonio e della famiglia, e a mantenere  un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo, perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e con gioia» (AL, 5).

 

Cosa la colpisce di più di questo testo?

Tra le tante cose che mi hanno colpito, ne metto in evidenza tre: il linguaggio, la concretezza, il cammino. L’Esortazione è anzitutto, un avvenimento linguistico, come già era stata la Evangelli Gaudium. Qualcosa è cambiato nel linguaggio ecclesiale. Il linguaggio che il Papa usa è semplice e concreto, ricco di immagini, come è nel suo stile. Tutti possono capire.

 

Può fare qualche esempio?

Il Papa presenta la Parola di Dio sulla famiglia non «come una sequenza di tesi astratte, bensì come una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano qualche dolore, e indica loro la meta del cammino» (AL, 22).

Ci sono nel testo immagini molto efficaci («La famiglia è come un candelabro»); espressioni commoventi («Tutta la vita della famiglia è un ‘pascolo’ misericordioso. Ognuno, con cura, dipinge e scrive nella vita dell’altro»); citazioni sorprendenti, come quella del film «Il Pranzo di Babette»… 

Un linguaggio concreto, che entra nelle case delle famiglie…

È così. Il Papa non parla di famiglia in astratto, ma di famiglie, delle loro storie, dei problemi, delle gioie e delle lacrime, della bellezza e della fatica del vivere l’amore. Davvero entra nelle case, si avvicina alle diverse situazioni, con l’intento di far percepire la vicinanza del Signore, la possibilità di un cammino, la volontà di riconoscere che ogni famiglia, è sempre una luce, anche se fioca, nel buio del mondo.

Durante il Sinodo, un padre sinodale aveva messo in guarda con una efficace immagine, sul pericolo che potevamo correre: di stare come su un treno che corre veloce e vede tutto: case, strade, prati, luci…. ma da lontano e in fretta, senza fermarsi, senza entrare in quelle case, senza conoscere chi cammina su quelle strade, senza sapere cosa illuminano quelle luci.

Papa Francesco ha voluto entrare nelle case, nella vita delle famiglie, in quelle dove risplende la gioia dell’amore e in quelle dove l’amore è ferito e tradito, con l’intento di portare a tutti consolazione e speranza e annunciare misericordia. È un sincero ascolto della realtà concreta, senza la quale non è possibile comprendere né le esigenze del presente, né gli appelli dello Spirito.

Nel segno della concretezza si possono leggere il capitolo 4, che è un vero e proprio «codice dell’amore e della relazione», costruito sull’esegesi dell’inno all’amore di san Paolo nella sua lettera ai Corinti, o anche il capitolo 7, un vero e proprio trattato sull’educazione dei figli: bello e prezioso!

 

Un altro aspetto che colpisce nella trama generale del testo è la prospettiva del cammino. «Nessuna famiglia – scrive il Papa – è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare»….

Il cardinale Christoph Schömborn, alla presentazione dell’Esortazione il giorno 8 aprile scorso, in sala Stampa Vaticana, ha detto che nell’ Amoris Laetitia, il Papa supera l’artificiosa divisione fra «regolari» e «irregolari» e pone tutti sotto l’istanza del Vangelo. Lo aveva affermato alla fine del Sinodo anche il Vescovo Van Loy, dichiarando: «Non distinguendo tra famiglie buone e famiglie cattive, il Sinodo parla in modo chiaro della tenerezza che la Chiesa vuole mostrare verso qualsiasi situazione della famiglia».

Si comprende così la conclusione dell’Esortazione: «Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare. Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa». (AL 325)

 

Qual è il capitolo dell’Esortazione che più la colpisce?

Il capitolo forse più delicato di tutto il testo è l’ottavo, che si intitola: «Accompagnare, discernere e integrare la fragilità». 21 paragrafi che devono essere letti e meditati con molta attenzione soprattutto dai pastori della Chiesa, senza indebite semplificazioni, perché qui si precisa in che cosa consiste «la conversione pastorale» su cui il Papa incammina la Chiesa.

Qui Papa Francesco cerca di spiegarsi anche con quelli che forse fanno fatica ad entrare in questa prospettiva o si aspettavano delle risposte più concrete. Per i primi scrive: «Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida, che non dia luogo ad alcuna confusione. Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime il suo insegnamento obiettivo, non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada» (AL, 308).

Non un vademecum sulla famiglia cristiana dunque…

A coloro che si aspettavano una specie di ricettario pastorale, il Papa scrive: «Se si tiene conto della verità delle situazioni concrete, è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. È possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento pastorale e personale dei casi particolari».

L’Amoris Laetitia non è un elenco di prescrizioni o di condanne, ma una chiamata all’accoglienza e all’accompagnamento, al coinvolgimento e all’integrazione. «La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero» (AL, 296).

Amoris Laetitia è una sinfonia che diffonde gioia e offre speranza, speranza in abbondanza. Racconta la Chiesa della tenerezza, della Misericordia, dell’Ascolto: Papa Francesco ne ha già dato l’esempio e l’immagine, commuovendo e convertendo il mondo. Ora l’impegno è per ogni pastore, ogni comunità, ogni credente.

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