Una "Casa" per diventare adulti

Il presidente Attilio Bondone presenta la storia, il presente e il futuro della Casa di Carità Arti e Mestieri

Parole chiave: mestieri (1), scuola (84), cristiani (70), formazione (28), arti (11)
Una "Casa" per diventare adulti

Come nasce la Casa di Carità Arti e Mestieri e quale oggi il suo ruolo nella chiesa e sul territorio

La Casa di Carità nasce negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa e della tradizione dei Santi Sociali piemontesi.  E nasce da un fatto straordinario. Una sera del 1919 un umile frate francescano, fra’ Leopoldo Maria Musso, mentre sosta in preghiera nella cappella adiacente alla Chiesa di S. Tommaso in Torino sente una voce, che egli attribuisce a Gesù Crocifisso, che dice: «Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri». Un anno più tardi, su iniziativa del suo amico fr. Teodoreto (Giovanni Garberoglio), Fratello delle Scuole Cristiane, e di un gruppo di Catechisti da lui promosso, iniziano i primi corsi nei locali del complesso di S. Pelagia in via S. Massimo.

Successivamente le attività si spostano nei locali della Madonna della Pace, in un edificio di via Feletto e nel 1951 viene inaugurata la sede di c.so Brin, tuttora attiva, che ospita un Centro di formazione e servizi al lavoro e gli uffici gestionali che coordinano tutte le sedi. In origine costituita in Associazione, dal 2009 la Casa di Carità è una Fondazione e ha ottenuto il riconoscimento di Onlus. Nel Consiglio di Amministrazione un posto è riservato ad un Consigliere nominato dall’Arcivescovo di Torino. Il detto da cui l’opera ha avuto origine è programmatico e caratterizza tutt’oggi l’azione della Casa di Carità, che nel tempo si è ampliata  fino alla realtà  attuale di 20 Centri tra Piemonte, Veneto e Sardegna. Una realtà che conta ben otto sedi nel territorio della Diocesi di Torino (2 sedi in Torino città, Grugliasco, Giaveno, Avigliana, Lanzo, Venaria, Savigliano) e si pone al servizio della Chiesa, offrendo il proprio contributo all’azione pastorale, accogliendo e promuovendo la formazione professionale, umana e cristiana di tutti coloro che le si rivolgono. Una realtà attenta alle necessità peculiari dei territori nei quali opera, contribuendo al loro sviluppo anche sollecitando l’intervento sinergico dei soggetti più attenti e disponibili: amministratori pubblici, parti sociali, singole imprese, università e istituti di ricerca.

Formazione professionale dei giovani e degli adulti. Il lavoro come dimensione per dare dignità e progetto ad ogni persona

Sempre, ma ancor più oggi, in questa congiuntura così difficile, il lavoro rappresenta una dimensione indispensabile mediante la quale le persone possono esprimere o recuperare una propria dignità e realizzare il proprio progetto di vita.

La formazione che offriamo ai giovani, con un’attenzione particolare alle azioni educative, si rivela una forma estremamente efficace di prevenzione e di contrasto al disagio giovanile e alla dispersione scolastica. Con i giovani provenienti da Paesi extra europei la nostra attenzione, oltre all’azione formativa, è volta anche a favorire l’integrazione culturale e l’educazione alla cittadinanza. Agli adulti interessati a processi di riconversione, aggiornamento, riqualificazione delle competenze, e comunque in cerca di occupazione, offriamo azioni formative e di orientamento/accompagnamento al lavoro volte anche al recupero di gravi situazioni di disagio economico e sociale. Per i detenuti e le persone in regime di semi-libertà svolgiamo attività formative all’interno delle carceri e in laboratori esterni  e realizziamo azioni di accompagnamento al lavoro, agendo da incubatori per piccole realtà cooperative, con l’intento di abbattere la recidiva e promuovere il recupero personale e sociale delle persone che hanno scontato la loro pena. Infine, con le attività di Servizio al Lavoro offriamo a tutti coloro che ne fanno richiesta, semplicemente presentandosi agli sportelli,  un servizio di accoglienza, di orientamento, di formazione, volto a facilitare il rapporto domanda/offerta di lavoro, anche attivando gli strumenti del tirocinio e della formazione per l’apprendistato. Tutte queste azioni, che ho delineato qui per sommi capi, rappresentano a nostro parere uno strumento formidabile di coesione sociale e di promozione dello sviluppo economico  sui territori e non sarebbero certamente possibili senza un’attenzione particolare  ad una Cultura del lavoro rispettosa della persona e delle sue istanze.

Come si configura l’opera della Casa di Carità oggi: in questa fase di crisi economica e difficile rilancio e risorse pubbliche sempre più scarse

La crisi economica si fa sentire pesantemente e colpisce tutti. Sfiora livelli tragici quando la disoccupazione colpisce più membri dello stesso nucleo familiare. Famiglie serene vengono travolte  da uno tsunami cui diventa sempre più difficile porre rimedio. Quando poi le persone in cerca di una nuova occupazione sono ultra cinquantenni è veramente difficile fornire un  aiuto che non sia semplicemente un palliativo.

L’accompagnamento che offriamo attraverso gli sportelli dei Servizi al lavoro si rivela spesso utile ed efficace, ma occorre anche dire che la pesantezza della situazione  rende impossibile aiutare tutti coloro che si rivolgono a noi. D’altra parte anche noi risentiamo  di questa fase economica: le risorse pubbliche sono sempre più scarse e sempre più difficile diventa il nostro operare. L’obiettivo che ci poniamo è quello di mantenere alto il livello di qualità del nostro servizio attraverso l’impegno di tutti, in modo da sopperire quanto più possibile alle carenze ed alle difficoltà che incontriamo. Crediamo nel nostro lavoro e ci mettiamo le nostre capacità, l’esperienza e tanto entusiasmo.

La formazione al lavoro è anticipata e plasmata da una formazione della persona. Come coniugare questi due ambiti anche in riferimento al mondo plurale (religioni, culture e tradizioni), presenti sul nostro territorio.

Penso di avere già chiarito come l’attenzione alla persona vada di pari passo con l’acquisizione graduale dei comportamenti e delle competenze professionali. Nel concetto stesso di cultura del lavoro sono insite queste dimensioni, la cui rilevanza diventa fondamentale per dar dignità a ciò che facciamo. Noi pensiamo che la formazione sia un fatto che coinvolge tutta la persona: deve cioè essere etica.

Questo diventa fondamentale per il nostro lavoro con le persone provenienti da paesi di altra cultura, di religioni diverse e portatori di storie ed esperienze che li segnano nel profondo. È altrettanto essenziale farci aiutare: abbiamo uno stretto rapporto con l’Ufficio Pastorale Migranti e favoriamo in particolari momenti dell’anno scolastico l’incontro e il dialogo interreligioso con interventi che coinvolgono sia il nostro Cappellano, sia i rappresentanti di altre fedi religiose. Questo permette di evidenziare i valori fondanti comuni e di favorire la conoscenza e il rapporto tra i giovani. 

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Lavoro

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