Tre buone ragioni per impegnarsi, la scuola di formazione sociale e politica

Sarà l’ambiente al centro del nuovo percorso di formazione della diocesi. Il corso ha una durata biennale.

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Tre buone ragioni per impegnarsi, la scuola di formazione sociale e politica

«Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, ed altri che la considerano, e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, è stata la mia missione...». Scriveva così Alcide De Gasperi, imprigionato dal fascismo, in una lettera dal carcere, datata 6 agosto 1927. Il grande statista rifiuta ogni concezione egoisticamente strumentale dell'agire politico: percepisce che il prezzo da pagare dovrà essere spesso la solitudine, quella di chi è pronto a sacrificarsi per il bene di tutti e a non cedere al compromesso morale finalizzato a guadagni facili e imprigionanti. Ma allo stesso tempo riconosce nell'impegno per la "polis" un'autentica vocazione, cui dedicare la vita come risposta generosa e disinteressata a una missione ricevuta.

È a partire da questa concezione della politica che riprende quest’anno il percorso di formazione all’impegno sociale e politico che la diocesi di Torino, attraverso l’ufficio di pastorale sociale, ripropone ai giovani e, non solo, che sentono questa vocazione, questo appello a non lasciare che siano sempre gli altri a decidere e a orientare scelte fondamentali per il futuro delle nuove generazioni.

 

Al centro, la casa comune

L’edizione 2015-2016 della scuola, in continuità con il recente passato, grazie al contributo e alla testimonianza di docenti qualificati e impegnati in diversi ambiti del mondo sociale, economico e politico, sarà un’occasione per aiutare gli allievi a sentirsi custodi e protagonisti della cura della casa comune, come ci sollecita Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”.

Si tratterà quindi di un biennio centrato sul tema dell’ecologia (ovvero sul discorso sulla casa). La politica è infatti servizio in cui il credente si prende cura di tutte le questioni che riguardano l’umanità e l’essere umano nella sua totalità: l’economia, la famiglia, l’ambiente come territorio, l’attenzione verso i più deboli, etc.

Il corso biennale vuole offrire degli spazi in cui i corsisti maturino degli strumenti per poter leggere e ad analizzare il mondo in cui viviamo attraverso il contributo essenziale delle scienze umane, alla luce della Parola e della DSC per poterlo trasformare con impegni e scelte concrete che possono riversarsi sul territorio a promozione e salvaguardia del bene comune e della difesa della dignità e dei diritti di tutti gli uomini.

 

E dopo la scuola?

In un eventuale percorso post-scuola (dove si possono mettere in gioco degli ex allievi) si potrebbero dedicare risorse ed energie per la realizzazione di questo innovativo progetto politico che possa tradursi in scelte e azioni reali e concrete.

Una fase, questa, dove si coinvolgeranno invece i partecipanti al percorso di formazione “senior”, come allievi/maestri per accompagnare nell’impegno e nella costruzione del progetto politico gli allievi che hanno concluso il corso biennale.

 

Tre ragioni per mettersi in gioco

Almeno tre possono essere le ragioni per non farci sfuggire questa possibilità ed iscriversi al più presto alla scuola (basta rivolgersi all’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, via Val della Torre 3, tel. 011 51.56.357).

 

  1. La non conoscenza delle ragioni e dei meccanismi che regolano l’agire del sistema democratico. È la prima causa di ogni forma di illegalità e di sfruttamento dei diritti dei giovani a cui viene molto spesso negata la possibilità di vedere realizzati sogni e legittimi desideri.
  2. In un mondo globalizzato e sfinito da un’economia che sfrutta risorse e beni universali a beneficio di pochi (i soliti noti) è doveroso rispondere con una conoscenza approfondita e un’azione appropriata perché siano rispettati i diritti di tutti e a tutti sia garantita – o restituita – la dignità che spetta ad ogni uomo.
  3. Se vogliamo rimanere uomini liberi e vivere in paesi liberi dobbiamo partecipare attivamente alla vita civile contribuendo con le nostre risorse intellettive, culturali e professionali alla costruzione e alla cura della famiglia umana. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità in ordine alle scelte che ci vengono richieste e a difesa e promozione del nostro patrimonio di valori. Princìpi acquisiti nel passato ma bisognosi sempre di essere coniugati con le esigenze del tempo che viviamo.

 

Mi piace rilanciare questo invito, concludendo con un altro grande testimone dell’impegno sociale e politico, don Luigi Sturzo che all’inizio del secolo scorso, colpito e scosso dalle esigenze dei suoi concittadini definì la politica “l’organizzazione e la garanzia della produzione e della distribuzione della ricchezza, la protezione del paese, e dei mezzi per sviluppare l’industria, i mestieri, la cultura, le arti. La politica – scriveva – è l’ordine terreno e il benessere necessario agli uomini per vivere”.

 

* Direttore PSL 

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