Torino ancora provincia più cassintegrata d'Italia

Secondo recenti studi Istat la città di Torino è la provincia che presenta il più alto tasso di cassaintegrati di tutta Italia. Il clima di fiducia nella provincia piemontese inizia a calare drasticamente.

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Torino ancora provincia più cassintegrata d'Italia

Cala la fiducia e aumenta la cassa integrazione: a maggio +60,5% in Piemonte e +113,9% a Torino. In Italia, a maggio, sono state autorizzate 62 milioni 279273 milioni di ore di cassa integrazione, con un aumento del 9% rispetto al mese precedente. Sul territorio regionale nello stesso arco di tempo, la richiesta è stata di oltre 7 milioni di ore, in aumento del 60,5% rispetto ad aprile (+35,7% ordinaria, +72% straordinaria, -35,2% deroga). I lavoratori interessati sono stati, mediamente, 4189, in aumento di 15529 unità rispetto al mese precedente. Torino, con 5 milioni 131039 ore richieste, si conferma provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Milano (4 milioni 445680 ore) e Ancona (3 milioni 432409 ore), mentre il Piemonte è al secondo posto tra le regioni, dopo la Lombardia. «I dati relativi all’utilizzo degli ammortizzatori sociali nella nostra Regione - commenta il segretario generale Uil Piemonte, Gianni Cortese - unitamente agli altri indicatori economici, dimostrano che la narrazione sulle condizioni di vita delle persone, fatta da diversi politici, non corrisponde alla realtà vissuta da molti piemontesi. Banalizzare e semplificare le difficoltà non si è mai rivelato un buon sistema per ottenere il consenso delle persone, soprattutto di quelle che vivono in condizioni di forte disagio e di povertà. Il percorso per l’uscita dalla crisi è ancora lungo e richiede fiducia, investimenti e ripresa dei consumi».

Per quanto riguarda il dettaglio delle diverse aree territoriali si sono registrati incrementi ad Alessandria (+62,8%), Novara (+22,9%), Verbania (+15,4%), Biella (+1,9%) e cali ad Asti (-15,8%), Vercelli (-34,1%) e Cuneo (-39,6%). Infine, il settore produttivo più cassintegrato è l’artigianato (132,3%), seguito da industria (+76,1%) ed edilizia (+27,5%), a cui fanno da contrappeso il -54,3% commercio e il -100% di tutti gli altri settori.

 Cedimento congiunturale

In Italia rallenta la produzione industriale sia in termini congiunturali sia tendenziali per lo stesso valore, -0,6%, mentre prosegue l’andamento positivo dell’industria automotive: +9,3% su aprile 2016 e +6,6 su maggio 2015. Nonostante i primi segnali di cedimento congiunturale del sistema economico nazionale, le autovetture prodotte in Italia tra gennaio-maggio sono state circa 314 mila, con una crescita del 13%. In sintesi secondo i dati diffusi da Istat lunedì scorso, a maggio 2016 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,6% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio 2016 la produzione è aumentata solo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, segnando in questo modo il primo calo del 2016. Ciononostante l’Italia è di fatto tornata a crescere: nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione è aumentata dell'1,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Per cogliere le ricadute positive sul Piemonte di questa fase espansiva dell’economia nazionale bisogna guardare al settore auto, segmento produttivo a cui il Piemonte e storicamente legato. In sostanza, la domanda interna di auto traina la produzione domestica. Nel primo semestre del 2016 la domanda di autovetture ha registrato un incremento del 19,2% con oltre un milione di nuove registrazioni.

Il gruppo Fca ha fatto meglio del mercato totale con una crescita nel semestre del 22% e un buon andamento anche nei principali mercati europei. Ora il campanello d’allarme, però, lo sta suonando il clima di fiducia. A giugno 2016 l'indice del clima di fiducia dei consumatori, calcolato con il 2010 come anno base (100), registra una diminuzione, che segue quella già registrata nei due mesi precedenti, passando a 110,2 da 112,5 di maggio; un peggioramento riguarda anche le imprese: l'indice composito del clima di fiducia diminuisce infatti a 101,2 da 103,0. Purtroppo tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori risultano in diminuzione: il clima personale (a 103,0 da 105,4) e quello economico (a 131,8 da 135,7), così come il clima corrente (a 108,2 da 109,8) e quello futuro (a 112,9 da 117,6).

Lavoro

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