Primo maggio ancora una festa di crisi e precarietà

Il tasso di disoccupazione torna a salire a marzo: cresce di 0,2 punti percentuali (da febbraio) al 13%. Lo comunica l’Istat nei dati provvisori, precisando che la risalita arriva dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio e la lieve crescita a febbraio. Si tratta del livello più alto dal novembre scorso (13,2%). L'omelia di mons. Cesare Nosiglia per la festa di San Giuseppe Lavoratore 

Parole chiave: lavoro (167), disoccupazione (12), festa (30)
Primo maggio ancora una festa di crisi e precarietà

La regione Piemonte ha certificato che gli occupati nel 2014 sono stati 1 milione 773 mila, 2 mila in più rispetto all’anno precedente: si tratta di una variazione marginale minima (+0,1%) in un contesto nazionale più dinamico (88 mila addetti aggiuntivi, +0,4%) e con una crescita concentrata nelle regioni del Centro-Nord (+0,8% in media), a fronte di un ulteriore arretramento nel Mezzogiorno (-45 mila unità). Se il consuntivo degli occupati in regione nel 2014 ha mostrato un timido segno positivo, rimane il dramma delle persone in cerca di occupazione: 226 mila nel 2014, con un aumento di 17 mila unità sull’anno precedente, interessando maggiormente le donne (+10,9%), soprattutto per le difficoltà nella fase di primo inserimento al lavoro, mentre la disoccupazione maschile cresce per effetto della perdita dell’occupazione di soggetti adulti.

Dalla fotografia dell’assessorato al Lavoro regionale emerge un altro elemento preoccupante: il generalizzato processo di invecchiamento della forza lavoro. Lo scorso anno ci sono stati 37 mila occupati in meno al di sotto dei 45 anni e 39 mila in più sopra questa soglia anagrafica, con un forte incremento degli ultra 55enni (+9,4%). Inevitabilmente il tasso di occupazione fino a 25 anni continua a ridursi (dal 18,6 del 2013 al 18,2% del 2014).

Rimane problematica, quindi, la condizione giovanile sul mercato del lavoro: si rileva, da un lato, una crescita esponenziale del tasso di disoccupazione, che in Piemonte per i soggetti fino a 24 anni sale da valori intorno al 14-15% negli anni immediatamente precedenti alla crisi all’attuale 42,2%, che tradotto in termini di valore assoluto corrisponde al passaggio da 20 mila a oltre 50 mila ragazzi in cerca di lavoro, a fronte di una popolazione che in questo ambito anagrafico si mantiene sostanzialmente stabile in questo periodo. 

L'omelia di mons. Nosiglia 

I dati Istat nazionali  

Ancora in calo gli occupati: dopo la diminuzione di febbraio, a marzo 2015 la flessione è dello 0,3%, con 59 mila unità in meno rispetto a febbraio, tornando sul livello dello scorso aprile. Rispetto a marzo 2014, l’occupazione è in calo dello 0,3% con 70 mila unità in meno. Il tasso di occupazione scende al 55,5%.  La disoccupazione giovanile a marzo risale oltre il 43%: il tasso segna un aumento di 0,3 punti percentuali a quota 43,1%, dal 42,8% di febbraio. Si tratta del livello più alto da agosto scorso. A marzo le persone in cerca di occupazione erano 3,302 milioni, in aumento dell’1,6% da febbraio. Nello stesso mese gli occupati sono 22,195 milioni, in calo dello 0,3% su base mensile. Stabile la forza lavoro a 25,497 milioni di unità. 

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