Domenica 25 la Giornata mondiale per i malati di lebbra, le iniziative in città

Domenica 25 gennaio si celebra la Giornata Mondiale dei malati di Lebba. Anche la Chiesa torinese impegnata a raccogliere fondi e con una veglia di preghiera il 29 gennaio.

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Domenica 25 la Giornata mondiale per i malati di lebbra, le iniziative in città

La lebbra oggi è una malattia curabile, ma nelle aree più povere del mondo il morbo continua a colpire molte persone: oltre 200 mila nuovi casi ogni anno. Le cause principali continuano ad essere l’assenza di servizi sanitari, il costo delle cure, l’emarginazione sociale. Per questo ogni anno la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra rappresenta un’occasione per prendere coscienza di questo problema e per contribuire all’opera di tanti medici e infermieri, missionari e laici che si impegnano quotidianamente per contrastare il morbo. La Giornata che ricorre domenica 25 gennaio e che nella nostra  diocesi ha come slogan «L’amore si prevede cura»  - che sarà anche il tema una veglia di preghiera il 29 - è anche occasione di bilanci su quanto fatto nell’anno e sull’evoluzione della malattia.

A fine 2014 la Chiesa nel mondo si prende cura di 648 lebbrosari: 21 in Europa, 4 in Oceania, 322 in Asia, 229 in Africa e 72 in America, tra questi operano anche missionari laici e religiosi torinesi e dalla nostra diocesi numerosi gli aiuti erogati a sostegno di questi centri.

«Sono suor Rosaria – scrive al nostro Ufficio diocesano dall’India – voglio subito ringraziare per la sensibilità e la solidarietà per i malati di Lebbra, ma anche le comunità della diocesi di Torino per la generosa contribuzione. Ho ricevuto dalla Mia Madre Generale la somma stanziata per il lebbrosario di Kumbakonam. Io lavoro come volontaria al lebbrosario. Ho osservato che nella parte più vecchia della struttura i ventilatori sono vecchi e non funzionano. Tenendo conto che ci troviamo in una zona tropicale con molto caldo e tantissime zanzare, i ventilatori sono necessari. Poi necessitano bende e carrozzelle».

Oltre al lebbrosario di Kumbakonam, gli aiuti raccolti lo scorso anno nella nostra diocesi  - 83 mila euro – sono stati destinati all’Operazione Mato Grosso e al Gruppo Mio per  il lebbrosario d Sao Juliao del Brasile (39.221 euro). Contributi sono arrivati a Gambo in Etiopia, in Guinea Equatoriale, in Madagascar, Messico, Repubblica Centrafricana, Sudan, Tchad e Zimbawe; 4 mila euro sono stati destinati all’Opera San Martino per la spedizione di medicinali.

Contributi destinati dunque alle cure, ma non solo: anche all’educazione e alla prevenzione e al reintegro nella società delle persone rese invalide dalla lebbra. «Nel villaggio di Kore (Addis Abeba) – scrive suor Laura Bellando - vivono  migliaia di persone con doppio stigma: perché più poveri dei poveri, o perché affetti dalla lebbra o perchè familiari sani di ex infermi. Noi Missionarie della Consolata da anni ci impegniamo in questa lotta con varie attività: la scuola materna per figli di ammalati, microcredito, supporto ai giovani per corsi professionali, aiuti mensili per cibo e medicine. Confidiamo nella vostra solidarietà per continuare il nostro aiuto mensile per cibo e medicine a 100 persone rese disabili a causa della lebbra».

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