"Cristiani in Iraq è un genocidio", parla a Torino l'ex ministro Warda

E' l'allarme lanciato dall' ministro iracheno per le Politiche migratorie, alla presentazione del XII Rapporto sulla "Libertà religiosa nel mondo" alla Facoltà teologica di Torino

Parole chiave: Iraq (13), persecuzione (5), ministro (5), cristiani (70), governo (25)
"Cristiani in Iraq è un genocidio", parla a Torino l'ex ministro Warda

"In Iraq è in atto un vero e proprio genocidio. E' iniziato nel 1915 e non si è mai fermato, fino ad oggi. Sempre nel silenzio dell'Occidente. I cristiani stanno adesso pagando un prezzo altissimo: molti sono fuggiti, lasciando per sempre il Paese; molti altri, dopo aver perso tutto, costretti ad abbandonare casa e lavoro, vivono accampati in tendopoli, come profughi. La comunità internazionale, la Chiesa, l'Italia devono aiutarci. Ringrazio il vescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, per la sensibilità dimostrata ospitando questo incontro".

E' l'appello lanciato da Pascale Warda, ex ministro iracheno per le Politiche migratorie e presidente della Società irachena per i diritti umani, intervenuta, giovedì scorso, alla presentazione del XII Rapporto sulla "Libertà religiosa nel mondo", curato dalla Fondazione pontificia Aiuto della Chiesa che soffre (Acs). Alla Facoltà teologica erano presenti il vicario generale della Diocesi, mons. Valter Danna e il direttore di Acs, Massimo Ilardo. La situazione in Iraq è drammatica: dall'inizio dell'avanzata dello Stato islamico oltre 120 mila cristiani si sono rifugiati nel Kurdistan iracheno. Se l'emorragia continua, ha scritto il Patriarca della Chiesa caldea nel Rapporto, "tra dieci anni non saremo che qualche migliaio (i cristiani erano 1,2 milioni negli anni Novanta, ndr)".

"In Iraq non esiste libertà religiosa", ha detto Pascale Warda, "al massimo libertà di culto, ma non ci si può convertire al cristianesimo, solo all'Islam. Dal 2005, è in vigore una Costituzione che definisce l'islam la "religone ufficiale", decretando che "nessuna legge può essere approvata se è in contraddizione con la legge islamica". La fondazione pontificia "Aiuto alla Chiesa che soffre" è da sempre schierata a fianco dei cristiani perseguitati in Iraq. Pochi giorni dopo la presa di Mosul da parte delle forze dell'Isis ha stanziato 100 mila euro per soccorrere le famiglie in difficoltà e poi 4 milioni di euro per finanziare diversi progetti: dalla costruzione di alloggi e scuole prefabbricate, dove potranno continuare a studiare 15 mila bambini sfollati, al sostentamento di famiglie (vestici, cibo, materiale didattico, medicine), seminaristi, suore, oltre alla catechesi in venti parrocchie.

L'intervista completa con l'ex ministro iracheno, Pascale Warda, su Il Nostro Tempo del 16 Novembre

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