Come don Bosco sparsi nel mondo

Domenica 28 settembre il Rettor maggiore don don Angel Fernandez Artime ha consegnato il mandato a 12  salesiani, 15 Figlie di Maria Ausiliatrice e 6 volontari laici.

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Come don Bosco sparsi nel mondo

Era l’11 novembre 1875 quando da Torino don Bosco inviò i primi salesiani missionari in Patagonia. E così è stato ogni anno fino ad oggi:  domenica 28 settembre, nel Bicentenario della nascita di don Bosco, ancora una volta da Valdocco il decimo successore di don Bosco, don don Angel Fernandez Artime ha consegnato il mandato a 12  salesiani, 15 Figlie di Maria Ausiliatrice e 6 volontari laici. Si tratta della 145ª spedizione missionaria della famiglia salesiana: i primi sacerdoti «spediti» da don Bosco erano tutti italiani; oggi cambiano le destinazioni e le nazionalità dei missionari ma lo spirito con cui partono è lo stesso come hanno sottolineato il Rettor Maggiore e la madre generale delle Fma, suor  Yvonne Reungoat, al teatro Valdocco. La consegna del crocifisso ai missionari da parte di don Artime è avvenuta durante la concelebrazione eucaristica nell’ambito dell'Harambée (in swahili «raduno festoso») la due giorni che ha radunato tra il Colle Don Bosco e Valdocco  oltre 400  giovani: alcuni di loro hanno trascorso  qualche settimana estiva nelle missioni salesiane.

Tra i partenti, solo tra i sei volontari laici ci sono giovani italiani mentre i salesiani e le Fma provengono tutti da  ispettorie straniere, un tempo terre di missione che oggi restituiscono il dono ricevuto: ci sono salesiani vietnamiti che andranno in Africa, un indiano che parte per l’Ungheria e un congolese che si prepara a partire per la Francia.

«Rispetto alla prima spedizione, le destinazioni di oggi sono cambiate: anche l’Europa – che un tempo inviava i missionari – oggi è divenuta terra di missione in uno scambio di ricchezze continuo come in una grande famiglia» – ha detto  don Guido Errico, coordinatore nazionale dell’animazione missionaria in Italia e delegato nazionale per il Vis ( Volontariato internazionale per lo sviluppo) presentando i missionari partenti davanti ad un grande mappamondo.

«Oggi come ai tempi di don Bosco – ha sottolineato il Rettor Maggiore – il Papa ci spinge ad andare nelle Periferie del mondo.  Valdocco, Mornese, dove sono nate le Fma erano luoghi periferici e da lì sono partiti i nostri santi. Questo è lo spirito con cui andiamo nel mondo a portare la gioia di Cristo e con cui apprestiamo a celebrare il bicentenario: non possiamo stare tranquilli se non ci chiediamo continuamente cosa stiamo facendo per andare incontro agli ultimi, coloro che non hanno il pane ma anche chi ha perso il senso della vita».

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