Siria: in oratorio sotto i colpi di mortaio
Pier Jabloyan, diacono salesiano di Aleppo, racconta un'estate in oratorio, sotto i colpi di mortaio a trasmettere fiducia e speranza ai ragazzi nello spirito di don Bosco
Gli occhi dei media in questi ultimi tempi sono sulla città di Kobane, ma anche le altre città siriane vivono in condizioni drammatiche. Tu sei di Aleppo e sei appena rientrato dopo l’estate: quale è lì la situazione? Che notizie hai degli altri centri di cui meno si parla?
«Sono appena tornato dalla mia Siria, ‘l'Amata Siria’ come la chiama Papa Francesco, e ti dico la verità: ho lasciato una grossa parte del mio cuore lì. La situazione è difficile, c'è una vera e propria guerra, come a Kobane così anche nei vari villaggi e città del mio paese. Ciò di cui non si parla tanto è la mancanza drammatica dei sevizi pubblici, di eletricità e acqua potabile, gas, gasolio, ecc. La situazione più dolorosa è vedere che le persone che pagano il prezzo più alto sono gli innocenti. Ormai quasi ogni famiglia ha perso almeno un parente o un amico.
Leggi la versione integrale sulla Voce del Popolo del 2 novembre 2014
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