Pakistan, l'arcivescovo di Lahore un bestiale attacco all'umano

Il drammatico appello dell'arcivescovo di Lahore mons. Sebastian Francis Shaw a Tv2000

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Pakistan, l'arcivescovo di Lahore un bestiale attacco all'umano

La società è rimasta scioccata dall’attentato. Ieri sera tutti i medici sono stati subito richiamati al lavoro. Anche tanta brava gente, musulmani, cristiani e molti giovani sono corsi a donare il sangue. Hanno prestato aiuto anche tanti alunni musulmani che studiano nella nostra scuola cattolica. Hanno agito insieme, non da cristiani o musulmani. Forse per la prima volta la gente ha operato come un’unica nazione pachistana”. Lo ha detto l’arcivescovo di Lahore, monsignor Sebastian Francis Shaw, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando l'attentato kamikaze a Pasqua nel parco di Lahore in Pakistan.

“In questo attacco – ha aggiunto mons. Shaw - sono stati colpiti cristiani e musulmani. Insieme condividono questa sofferenza. Probabilmente lo scopo degli attentatori era quello di uccidere i cristiani, ma sono stati colpiti anche tanti musulmani”.

“Abbiamo celebrato le messe di Pasqua nelle nostre chiese – ha ricostruito mons. Shaw - fino a verso le tre del pomeriggio. Dopodiché le persone si sono recate nei parchi, allo zoo o in luoghi di divertimento. E tante famiglie sono andate al Gulshan-e-Iqbal Park. L'attentato è avvenuto verso le sette meno un quarto”.

“Questa mattina – ha proseguito mons. Shaw - dopo le preghiere, verso le 11, insieme ad alcune suore e altre persone impegnate nel dialogo interreligioso, ci siamo recati negli ospedali e lì ci hanno comunicato che i morti erano circa settanta. Tra le vittime anche alcuni bambini molto piccoli di sei, sette anni”. Nelle parrocchie di Lahore sono stati già celebrati i primi funerali: “C’erano madri che avevano perso mariti o figli – ha raccontato mons. Shaw - è stato molto difficile provare a consolare queste famiglie. Siamo andati da tutti quelli che soffrivano sia cristiani che musulmani. E loro sono stati contenti della nostra compagnia. Gli abbiamo assicurato la vicinanza di Cristo. Anche Gesù con la croce sulle spalle è caduto tre volte, ma ogni volta si è rialzato”.

Mons. Shaw è anche il presidente della Commissione per il dialogo interreligioso dei vescovi pachistani: “Ho convocato immediatamente una riunione della commissione per cercare di creare la pace. E' un cammino arduo e molto difficile ma dobbiamo lavorare sodo per costruire una società in pace e in armonia”.

La Commissione nazionale Giustizia e Pace Pakistan “condanna fortemente il tragico attacco contro persone innocenti in un parco pubblico” e chiede al governo di intensificare le misure di protezione verso “le minoranze e le comunità più vulnerabili” e di “eliminare le cause che sono alla radice di questa intolleranza”. E’ quanto si legge in un comunicato congiunto scritto dal vescovo Joseph Arshad e da Emmanuel Yousaf (Mani) rispettivamente presidente e direttore della Commissione Giustizia e Pace Pakistan diffuso subito dopo il “brutale” attacco al Gulshan-i-Iqbal Park di Lahore. La Commissione Giustizia e Pace ricorda che solo pochi giorni fa il Governo ha preso l’iniziativa di dichiarare Holi (festa indù) e Pasqua (festa cristiana) come festività. “L’uccisione di persone innocenti, in particolare donne e bambini, in nome della religione – scrive la Commissione – è inaccettabile”. Il vescovo Joseph Arshad, e padre Emmanuel Yousaf sottolineano anche che se l’obiettivo dichiarato dai terroristi erano i cristiani, “molte delle vittime del brutale attacco sono stati i nostri fratelli e sorelle, bambini e famiglie musulmane”.

Molto apprezzate dalla comunità cattolica del Pakistan sono state le parole del primo ministro pakistano nonché capo dell’esercito che ha fortemente condannato l’attacco. Ora però la Commissione Giustizia e Pace chiede al governo di “consegnare i terroristi alla giustizia e di intensificare le misure di protezione di tutti i cittadini, incluse le minoranze e le comunità più vulnerabili”. Ed aggiunge anche; “pur affrontando l’estremismo con operazioni militari, il governo deve anche agire per sradicare le cause di questa intolleranza. Deve condurre un’operazione su larga scala per eliminare tali elementi che sono prevalenti nella provincia del Punjab e in altre parti del paese, che operano sfidando palesemente l’operato dello Stato”.

“Il senso di incertezza di vita sta aumentando in Pakistan”, si legge nel comunicato. “Preghiamo Nostro Signore Gesù che come Nazione possiamo ritrovare la saggezza, la tolleranza, la pace. Possa Dio dare alle famiglie delle vittime la forza per affrontare la perdita dei loro cari”.

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