Padre Faltas della Custodia di Terra Santa: "Nessuna terza Intifada"

L'intervista a padre Ibrahim Faltas e la solidarietà dei capi religiosi per l'attentato terroristico che è costato la vita di cinque persone

Parole chiave: rabbini (1), attentati (7), terra santa (17), medioriente (14), violenza (26), israele (9)
Cenacolo a Gerusalemme

“Ma quale Terza Intifada. Finché al timone dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ci sarà Abu Mazen non ci sarà nessuna intifada”. Parola di padre Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra Santa, che tanto si spese per una mediazione durante i trentanove giorni dell’assedio della Basilica della Natività a Betlemme, nel 2002. In un’intervista al Sir il francescano commentando l’attentato palestinese alla sinagoga a Gerusalemme esclude il rischio Terza Intifada: “il presidente Abu Mazen non accetterà mai una terza rivolta popolare. In Cisgiordania la situazione appare calma. La scelta di Abu Mazen è quella del dialogo e non della violenza. Gli scontri sono limitati a Gerusalemme”.

Le ragioni di questa violenza, per il religioso, vanno ricercate “nella rabbia dei palestinesi montata soprattutto dopo gli scontri sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme Est, prima chiusa e poi riaperta da Israele”. Religione, dunque, come parte del problema. E va letta in questa direzione la visita di solidarietà che questa mattina una delegazione di capi religiosi di Gerusalemme ha fatto alla sinagoga. “Un attentato contro un luogo sacro, contro persone che pregano è inaccettabile. Una simile violenza non si era mai vista. Hanno fatto peggio di quelli dell’Is, lo Stato islamico” stigmatizza padre Faltas che ribadisce: “la soluzione dei problemi sta nel dialogo e non nella violenza.

Padre Faltas

Intanto i capi e i rappresentanti delle comunità religiose presenti in Terra Santa si sono recati questa mattina in visita alla sinagoga di Gerusalemme che ieri è stata teatro di un attacco terroristico, che ha causato la morte di quattro ebrei e di un poliziotto israeliano uccisi da due palestinesi, per esprimere solidarietà alla comunità colpita e condannare insieme tutti gli atti di violenza che non risparmiano i luoghi di preghiera. Alla visita hanno preso parte leader e rappresentanti cristiani, musulmani, drusi e ebrei. Secondo quanto riferisce il Patriarcato latino di Gerusalemme la delegazione è prima stata accolta all’Ufficio culti del Ministero dell’interno israeliano e poi si è recata alla sinagoga sita nel quartiere di Har Nof. 

Fonte: Sir
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