Popoli indigeni in Brasile, stop a violenze e soprusi. A Torino parla mons. Paloschi

Il Comitato Roraima in dialogo con mons. Paloschi leader nella difesa dei diritti umani il 27 giugno presso la sede dei Missionari della Consolata in via Cialdini

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Popoli indigeni in Brasile, stop a violenze e soprusi. A Torino parla mons. Paloschi

Il Comitato Roraima onlus di Torino, che opera per progetti di solidarietà con i popoli indigeni del Brasile, lunedì 27  giugno presso l'Istituto Missioni della Consolata in corso Ferrucci ha incontrato mons. Roque Paloschi, già Vescovo di Roraima in Brasile, ed ora Arcivescovo di Porto Velho in Rondonia. Il prelato, tuttora presidente del Cimi (Consiglio Indigenista Missionario della Conferenza Episcopale Brasiliana), nel quadriennio 2011-2015 è stato anche presidente regionale Norte 1 della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (Cnbb). Mons. Paloschi ha espresso gratitudine al Comitato Roraima per l'impegno ed il sostegno alle iniziative di solidarietà, ricordando, in particolare, l'apporto per la Casa delle Suore Pastorelle nella periferia di Boa Vista. È stato quindi affrontato il tema delle difficoltà e dell'oppressione cui la diocesi ha dovuto tra l'altro far fronte, sintetizzato nell'analisi dei dati per l'anno 2014 attraverso il documento «Relatorio – Violencia contra os povos indìgenas no Brasil»; una relazione sulla violenza contro gli indigeni in Brasile che mons. Paloschi rassegnerà direttamente a papa Francesco mercoledì 29 giugno, concelebrando con il Pontefice a Roma  la Messa nella solennità dei SS. Pietro e Paolo. Copia del Relatorio sarà anche consegnata al Comitato Roraima torinese.

Si è posto poi  l'accento sui vari tipi di violenze perpetrate nei confronti dei popoli indigeni.

In primo luogo il mancato riconoscimento della terra, ricordando che vi sono ancora 637 terre indigene non demarcate e questo costituisce una grave omissione del governo brasiliano; in secondo luogo lo sfruttamento delle terre abitate dalla notte dei tempi dalle popolazioni indigene, per estrarne le ricchezze minerarie, godere i benefici del commercio di legname e dell'agrobusiness, con la conseguente deforestazione del territorio. Infine la violenza contro le persone in varie forme, con l'emblematico esempio del popolo Guaranì: nel 2014, 138 omicidi di leaders indigeni; nel 2015 sono stati 137, uno in meno; non sono poi da dimenticare le vittime degli eventi colposi, come i troppi bambini che vivono letteralmente ai margini delle strade, esposti quotidianamente a vari incidenti stradali.

Una particolare sofferenza ha suscitato di recente il fenomeno dell'aumento dei suicidi  fra i giovani indigeni soprattutto nel Mato Grosso del Sud (48 casi nel 2015), mentre non meno trascurabili sono gli effetti della pessima assistenza sanitaria con la lievitazione dei casi di mortalità infantile. È poi un capitolo a parte quello della realizzazione di «progetti di sviluppo», paventati come occasioni di crescita per la popolazione locale, ma che nascondono ben altre finalità di sfruttamento, a partire dall'assorbimento di notevoli risorse statali accaparrate da veri e propri gruppi di potere, senza che i benefici promessi vengano acquisiti.

Alle legittime richieste di conoscere i motivi delle accuse rivolte ai missionari impegnati a fianco delle popolazioni indigene, altrettanto significative le risposte: perché i missionari insegnano loro ad essere figli di Dio, a non vergognarsi della propria cultura, ad avere consapevolezza della propria terra e della determinazione a lottare per mantenerla.  Mons. Paloschi ha poi voluto arricchire la sua comunicazione, sollecitando la testimonianza della dottoressa Leda Martins, docente di antropologia al Pitzer College Claremont a Los Angeles (Usa) che si è soffermata sulla sua trentennale esperienza di ricerca sul tema dell'azione missionaria nella Raposa Terra do Sol e sulla difficile realtà della questione indigena relativa al popolo Yanomami.

Fruttuosi e interessanti gli interventi e le domande rivolte dai presenti, esemplificativi di un interesse e di un'attenzione davvero appassionata verso le problematiche esistenziali, ecclesiali e socioculturali delle popolazioni indigene. A conclusione dell'incontro – che si è avvalso della traduzione diretta dal portoghese di padre Corrado Dalmonego – il Comitato Roraima onlus, nel ringraziare mons. Paloschi, gli ha fatto dono del testo «La Misericordia di Dio – Percorso biblico per l'Anno Santo della Misericordia» di Carlo Miglietta (ed. Gribaudi), segretario dello stesso Comitato Roraima.

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