Argentina, un cattivo esempio da non seguire?

Un rapporto quello tra Italia e paese latino americano che sembra lontano e improponibile e che invece ha delle importanti e preoccupanti analogie. L'analisi dell'economista

Parole chiave: Argentina (6), crisi (35), Kirchner (1), economia (65), politica (133)
Argentina, un cattivo esempio da non seguire?

 

Spesso si confronta l’Italia con l’Argentina. L’esempio e` reso ancora piu’ realistico perche` circa meta` della popolazione argentina e` di origine italiana. Chi gira per il Piemonte, non fa che trovare paesi gemellati con qualche paese o cittadina Argentina.  L’Argentina e` additato come l’esempio catastrofico, il caso da non seguire.

L’Argentina per vari anni ha legato la propria moneta alla moneta di un paese con inflazione minore, venendo cosi’ progressivamente a perdere competitivita` ed indebitandosi con l’estero. In fine decise di lasciare questo legame innaturale con la valuta forte, ridando autonomia alla propria moneta. Subi’ una dura crisi venendo a perdere in quattro anni dal 1998 al 2002  il 21% del PIL pro capite. Una crisi indubbiamente molto severa. Va detto peraltro che le crisi brevi e pesanti hanno normalmente effetti meno devastanti di quelle piu’ attenuate, ma prolungate. Infatti le crisi croniche conducono a considerevoli distruzioni di capitale fisico ed umano. Si creano incentivi perversi, viene ridotto l’incentivo a studiare e ad investire, le migliori risorse tendono a lasciare il paese. Si perdono certe abilita` produttive, in inglese chiamate “capabilities”. Tutto il tessuto sociale e produttivo. si indebolisce. La crisi, cronicizzandosi diviene culturale.

Se vogliamo fare un qualche confronto con l’Argentina dobbiamo non solo guardare al PIL perso nel punto di crisi massima, dobbiamo anche considerare la situazione dei due paesi a sette anni dall’inizio della crisi. Per l’Italia, secondo il Fondo Monetario Internazionale, il  PIL pro capite a prezzi costanti  sara` a Dicembre del 2014 dell’11% inferiore rispetto a quello del 2007. L’Argentina nel 2005, a sette anni dall’inizio della sua crisi si trovava con un PIL procapite di solo il 2% inferiore rispetto a quello del 1998.

Quindi in Argentina la crisi e` stata si severa, ma di breve durata e con una chiara ripresa. Va aggiunto che detta ripresa e` poi continuata, sia pur con oscillazioni, fino ad oggi. L’Argentina ha nel 2014, a sedici anni dall’inizio della sua crisi,  un PIL pro-capite del 30% superiore a quello che aveva nel 1998 prima della sua crisi. Chi e` disposto a scommettere che l’Italia nel 2023, a sedici anni dall’inizio della sua crisi,  avra’ un Pil pro-capite del  30% superiore a quello del 2007 e del  46% superiore a quello di oggi?

Con le attuali politiche, seguendo l’attuale linea di tendenza, non sembriamo certo avviati su quella strada.

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