Ai preti del Sermig una parrocchia in Brasile

A San Paolo in Brasile affidata una parrocchia a due giovani sacerdoti del Sermig. Il 12 marzo si celebrano i vent'anni dell'Arsenale della Speranza.

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Ai preti del Sermig una parrocchia in Brasile

A San Paolo in Brasile la prima parrocchia affidata al Sermig. Sabato 27 febbraio don Lorenzo Nacheli e don Simone Bernardi, due neo sacerdoti del Sermig, ordinati, insieme a don Andrea Bisacchi, lo scorso ottobre a Torino dall’Arcivescovo mons. Nosiglia, hanno infatti assunto, rispettivamente, l'incarico di amministratore parrocchiale e collaboratore nella parrocchia dedicata alla Madonna di Casaluce, nel quartiere Brás, zona centrale della città di San Paolo. Don Nacheli e don Bernardi, da anni in Brasile, sono fidei donum della diocesi di Torino presso l’Arsenale della Speranza del Sermig, la comunità  nata nel 1996 sullo spirito dell’Arsenale della Pace torinese, fondato da Ernesto Olivero. La struttura sorge nel luogo in cui venivano accolti e tenuti in quarantena gli immigrati che dall’Europa e dal Giappone venivano in Brasile in cerca di fortuna. Oggi è una casa per chi vive in strada, che accoglie mille persone ogni notte. Non solo un luogo dove dormire e mangiare, ma che offre percorsi di accompagnamento, aiuto e recupero a chi non ha lavoro, alle vittime di dipendenze e sfruttamento. I neo sacerdoti si occuperanno dunque anche della parrocchia del quartiere.

Mons. Eduardo Vieira dos Santos, Vescovo ausiliare di San Paolo, ha presieduto la celebrazione di ingresso parrocchiale, in una chiesa gremita, conferendo ufficialmente il mandato. «Padre Lorenzo e Padre Simone assumono questa nuova ‘missione’ – ha affermato mons. Eduardo nell’omelia – in comunione con il vescovo, gli abitanti di questa zona e alla Fraternità della Speranza, che prontamente ha risposto all’invito dell'Arcivescovo a svolgere questo servizio alla Chiesa. Il Vangelo di oggi (Lc 13,1-9) ci ricorda che tutti siamo chiamati a ‘portare frutti’, in modo che quando il Signore chiamerà a Sé la gente di Casaluce, questa comunità abbia le mani piene di frutti buoni da offrirGli».

La parrocchia Madonna di Casaluce ha un forte legame storico con l’Hospedaria de Imigrantes, dove oggi sorge l’Arsenale della Speranza, la struttura del Governo dello Stato di San Paolo che, dal 1886 al 1950, ha accolto milioni di migranti provenienti da tutto il mondo. Quasi un milione provenivano dall’Italia e furono proprio loro a costruire quelli che oggi sono i tradizionali quartieri italiani del Brás, Mooca, Bixiga.

A pochi passi dall’antica Hospedaria, dal 1996 trasformata in Arsenale della Speranza, un gruppo di immigrati del casertano fondarono, 116 anni fa, una piccola cappella.

La prima cappella all'inizio era una casa tra le case, che cominciò ad essere conosciuta come «casa di luce», Casaluce, perché custodiva una copia dell’immagine mariana della terra campana d'origine. Poi iniziò la costruzione di quella che oggi, pur continuando ad essere una piccola chiesa, è conosciuta in tutta San Paolo perché ospita la più antica festa italiana della metropoli.

«Ora tocca a noi – ha sottolineato mons. Eduardo – far crescere questa casa tra le case, per farla diventare accessibile a chiunque, animata dal contributo di ognuno per servire tutti. Dobbiamo solo seguire il vento di questi primi 20 anni di Arsenale della Speranza, di questi primi 51 anni di Sermig, che ci hanno insegnato che tutte le cose, anche quelle impossibili, nascono e si trasformano sempre a partire da ciò che si può fare... Di ciò che non si può, se ne occupa Lui».Sabato 12 marzo, inoltre, l’Arcivescovo di San Paolo cardinale Odilo Scherer presiederà la celebrazione di ringraziamento per i 20 anni di vita dell’Arsenale della Speranza.

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