Tina Anselmi, la coerenza di una cattolica democratica al servizio del Paese
È morta a 89 anni la prima donna ministro della Repubblica, rappresentante del popolo e erede di quella stagione di maestri e riferimenti ideali per più di una generazione
Ora che Tina Anselmi riposa nella pace dei giusti è facile tracciarne un profilo ed esaltarne la coerenza, la rettitudine e la lungimiranza attraverso le quali ha sempre condotto la sua vita di donna, cristiana, politica per tutti i suoi quasi novant'anni.
Nativa di quel Veneto bianco, terra di sofferenza e riscatto, da Castelfranco Veneto a Roma, il percorso è stato lungo e pieno di cose buone. Staffetta partigiana, esponente della Democrazia Cristiana, cattolica democratica, battagliera e strenua paladina della Costituzione repubblicana e di una società basata più sul noi che sull'io, dove i diritti oltre che essere individuali sono e dovranno restare nell'ambito di quella idea diffusa di comunità di persone che senza un briciolo di solidarietà sprofondano nell'egoismo più distruttivo.
Quando l'on. Tina Anselmi presiedette la Commissione Parlamentare sulla Loggia massonica segreta Propaganda 2, i poteri forti e non solo quelli, di quella donna e politica senza compromessi ma capace di mediare, si opposero con tutto l'apparato mediatico, economico-finanziario e culturale di cui disponevano. Perchè corruzione, malaffare, politica degenerata e autoreferenziale erano l'assioma di un sistema che vedeva in personalità come quella di Tina Anselmi un avversario irriducibile.
Non solo ideali ed etica politica ma anche capacità di governo e riforma nel lavoro, nella sanità, nella scuola e nel tessuto sociale, per le pari opportunità. Una grande politica donna che non anelava quote o privilegi ma chiedeva di misurare la capacità delle persone e la loro azione disinteressata e onesta.
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