Roma 2024, un rischio olimpico
La candidatura di Roma e dell'Italia ai Giochi Olimpici del 2024 lascia aperte molte domande e dubbi sulle reali ricadute di eventi che negli ultimi decenni si sono rivelati non sempre un vantaggio per le sedi ospitanti
C'è grande entusiasmo è sarebbe assurdo il contrario nelle parole delle Istituzioni politiche e sportive per la proposta di candidatura dell'Italia ad ospitare i Giochi Olimpici 2024. Toni trionfalisti che lasciano qualche perplessità. "L'Italia si candida alle Olimpiadi del 2024, con Roma al centro del progetto, "e non lo faremo con lo spirito del Barone Pierre De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere" ha annunciato il premier Matteo Renzi spiegando che "Abbiamo tutte le condizioni per ambire all'oro". Saranno coinvolte altre città "da Firenze, a Napoli, alla Sardegna" e il premier assicura che "saremo all'avanguardia nel controllo della spesa. Il sindaco di Roma Marino esprime "orgoglio", il presidente del Coni Giovanni Malagò promette "trasparenza assoluta". Roma è la prima candidata che esce allo scoperto, l'assegnazione avverrà nel 2017. Unica voce fuori dal coro quella del leader della Lega Nord Matteo Salvini: "Le Olimpiadi a Roma sono una follia. C'è ancora aperto il fascicolo su 'Mafia capitale' e vogliamo di dargli in pasto le Olimpiadi?".
L'Italia è il primo Paese ad uscire ufficialmente allo scoperto dichiarando la sua candidatura, con Roma al centro del progetto, ed ha lanciato la propria sfida, precedendo le diverse altre nazioni intenzionate a correre per la candidatura. Dalla Germania alla Francia, dalla Russia agli Stati Uniti, insieme con Sudafrica e Marocco, Qatar e Australia, si sta lavorando per definire le aspiranti candidate, ma ancora nessuno è venuto allo scoperto così chiaramente. La Germania ad esempio assicura che ci sarà, ma non ha ancora sciolto il nodo Berlino-Amburgo. Con l'approvazione da parte del Comitato olimpico internazionale (Cio) delle nuove regole che rendono l'organizzazione più sostenibile per i Paesi ospitanti, si può pensare che la platea delle città concorrenti possa ampliarsi in vista dell'inizio della corsa versa e propria, nel 2015. Il lungo processo di selezione si concluderà solo nel 2017, quando a Lima (Perù) verrà annunciata la città prescelta.
Si tratta di un cambio di rotta piuttosto netto, nonostante la situazione economia negli ultimi anni non abbia registrato sostanziali accelerazioni, rispetto alla netta opposizione alla candidatura del governo Monti nel 2012. Troppi dubbi, troppe incognite. Troppi i soldi pubblici da investire per impegnare un Paese che ha appena imboccato la via d'uscita dalla crisi. Atene 2004 insegna che le Olimpiadi sono una grande occasione, ma anche un grande rischio: non è stato proprio con i Giochi che la Grecia ha fatto il primo passo verso il default? E la storia ci racconta di gravi difficoltà anche per grandi metropoli.
La storia insegna che i Giochi Olimpici e in Italia ne sono stati organizzati tre Cortina 1956, Roma 1960 e Torino 2006, sono un grande appuntamento di immagine e volano di rilancio di territorio e patrimoni ma che se non si governa con grande anticipo il periodo Post-Olimpico, possono rivelarsi dei veri e propri.Per questo è condivisibile l'affermazione dell'economista Luigino Bruni che sottolinea come: "Il gigantismo è una delle malattie dell’attuale stagione dei grandi eventi sportivi. Basti pensare a cosa sta avvenendo in Brasile in questo periodo, dove c’è un movimento che non vuole la Coppa del mondo, abbinando questo evento giustamente ai grandi business e sempre meno allo sport. Ed uno degli effetti di tutto questo è che i Paesi più poveri rimangono sistematicamente esclusi da queste possibilità".
Tornando alle ultime Olimpiadi organizzate in Italia, quelle invernali di Torino 2006, dove sicuramente l'immagine della città all'estero è mutata radicalmente in meglio, cambiata anche parte della geografia urbana della città, oltre a quella eredità immateriale e di capitale umano che sono diventate risorsa importante. Contemporaneamente non si possono negare gli aspetti negativi e l'aumento delle ombre sui costi (non tanto del Comitato Organizzatore) ma complessivi sulla città, gli impianti abbandonati, le discipline competizioni sportive dimenticate per i costi eccessivi dele strutture.
Lo sport è vita, formazione, cultura per i giovani e non solo. Torino celebrerà come capitale europeo un anno dedicato a questa realtà, ma in generale è necessario verificare al meglio costi e benefici. Non mi pare più il tempo per vivere solo di eventi straordinari.
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