Riforme costituzionali, il referendum dimenticato

Un incontro a Torino, nella Sala Carretto del Centro Diocesana di Corso Matteotti, organizzato dall'Azione Cattolica, la Fuci, il Meic e il nostro portale con gli interventi dei costituzionalisti Annamaria Poggi e Jorg Luther

Parole chiave: giurisprudenza (1), riforme (14), referendum (20), italia (221), politica (133)
Riforme costituzionali, il referendum dimenticato

Quando consapevolezza abbiamo, come cittadini, del Referendum costituzionale al quale saremo chiamati a dare un voto affermativo o negativo? Cosa cambia con la riforma del Senato? Quali sono i rapporti di forza tra i poteri? Legittimazione democratica e rappresentanza (riforme elettorali), quadro istituzionale e altro ancora, sono alcuni dei temi di cui si è parlato venerdì 4 marzo a Torino, alla sala Carlo Carretto di corso Matteotti, in un nell'appuntamento di riflessione sul tema delle riforme.   

"Oltre il si e il no, Riflessioni sulla riforma costituzionale",  il titolo dell'appuntamento promosso da Azione Cattolica, Fuci, Meic e La Voce del Tempo, al quale hanno portato il loro prezioso contributo i costituzionalisti Anna Maria Poggi e Jorg Luther, davanti ad una platea attenta formata da tanti giovani presenti e molti adulti. Una serata molto positiva e arricchente dalla quale sono emerse indicazione e chiarificazioni su un tema complesso e proposti molti interrogativi sui quali continuare a interrogarsi per fare crescere le personali e collettive coscienze civiche e critiche.

Referendum3

Bravi perché appassionati e coinvolgenti, sia Luther sia Poggi hanno incarnato perfettamente lo spirito della serata. Più sarcastico e critico il professore dell'Università del Piemonte Orientale che ha descritto, in modo dettagliato, le falle di una riforma che non convince pienamente e un Senato che, ridotto nel numero dei rappresentanti (sindaci e provenienti dalla Regione), si dovranno dare definite e più chiare attribuzioni.

"Il nodo da sciogliere resta quello della democrazia locale, del bilanciamento dei poteri e di quella rappresentanza del territorio dalla quale parte il senso più profondo della democrazia. Un nodo che  in un caso o nell'altro (vittoria dei si o dei no) andrà affrontato" ha affermato la prof.ssa Poggi ragionando su una riforma necessaria ma che lascia ancora troppi nodi scoperti e non valorizza il territorio, le regioni e qui corpi e articolazioni che evitano un verticalismo e un centralismo da scongiurare.  

I due docenti hanno trovato un punto di equilibrio comune sul tema del funzionamento dello Stato. L'Italia è inserita in un contesto globale e le decisioni internazionali in particolare europee, sono determinanti nelle scelte politiche nazionali.

Altro punto di contatto la necessità di elevare il dibattito sul tema delle riforme. Conoscere, studiare e informarsi. Banalizzare i temi è molto pericolo. Bisogna, infatti, ripartire dalle riforme che dagli anni Novanta hanno trasformato il quadro politico e dal 2001 con la riforma del Capitolo V della Costituzione anche quello istituzionale. Oggi invece ci si soffermare solo su alcune questioni, volgarizzando il confronto dialettico, svilendolo al solo tema del contenimento delle spese.

Ciò che serve, al contrario, è una urgente definizione di una rappresentanza democratica moderna ed efficiente: per evitare nell'epoca delle tecnocratica e nel tempo dell'agorà smarrita o virtuale, di cadere nella rete pericolosa di prospettive populiste.

Referendum Costituzionale 2
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