«Manca una giustizia rapida ed efficace», parla l’avvocato Carlo Federico Grosso
Il colloquio con l'autorevole giurista già vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. I problemi sul tappeto e le possibili soluzioni per migliorare il sistema giudiziario del nostro Paese
Il nostro sistema giudiziario soffre di gravi lentezze e inefficienze, sia in ambito penale sia in quello civile. Lo dice Carlo Federico Grosso, già vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura dal 1996 al 1998, avvocato penalista. Recentemente il «Financial Times» ha criticato la situazione della giustizia in Italia, sostenendo che la sua riforma è prioritaria, anche per la ripresa dell’economia e degli investimenti stranieri.
Come rispondere a queste sollecitazioni? Come si muove la politica italiana di fronte a queste urgenze? E’ vero che la riforma della giustizia non è stata fatta finora a causa dell’opposizione di magistrati e avvocati? «Mi pare che il “Financial Times” abbia sicuramente ragione», risponde l’avvocato Grosso, «poichè quando un'impresa investe ha bisogno di certezze e tra queste vi è l'esigenza di una giustizia rapida ed efficace. Se infatti nasce una controversia, questa deve risolversi in modo celere, indipendentemente dal fatto di vincere o meno la causa.
L'efficienza della giustizia civile è un elemento di competitività di un sistema economico. E sotto questo profilo l'Italia ha ancora molta strada da percorrere».
Sull'abolizione del secondo grado di giudizio «Il rischio è che vi siano meno garanzie, perchè spesso tra i due gradi si assiste ad un ribaltamento del giudizio. Si potrebbero però limitare i ricorsi in Cassazione». La politica, inoltre, «pare muoversi unicamente sulla spinta delle urgenze immediate, come succede, per esempio, con il sovraffollamento carcerario. Eppure basterebbe considerare il diritto penale come l'estrema ratio per punire certi gravi reati, e depenalizzare tutto il resto».
La versione integrale dell'intervista su Il nostro tempo del 02 novembre 2014
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