Madri segrete: il diritto all'anonimato

Una recente sentenza della Corte costituzionale ha riacceso il dibattito sull'eventuale diritto del figlio non riconosciuto alla nascita a conoscere la madre biologica. Un tema controverso anche perché grazie alla legge che permette alle donne di partorire senza essere nominata sono stati salvati tanti bambini andati in adozione   

Madri segrete: il diritto all'anonimato

Non tutte le donne hanno la possibilità di accogliere un figlio: la giovane età, le difficoltà economiche, un compagno che non ha intenzione di diventare padre: sono tante le situazioni che si interpongono all’accoglienza della maternità: tuttavia ogni anno, sono 400 le donne che – proprio in forza della riservatezza che garantisce loro la legge - con un grande atto di generosità e di civiltà decidono di portare avanti la propria gravidanza e di partorire in ospedale il proprio figlio in anonimato che verrà dato in adozione con una procedura d’urgenza.

Una recente sentenza della Corte Costituzionale (22 novembre 2013) ha riacceso il dibattito sull’eventuale diritto del figlio non riconosciuto a conoscere la madre biologica. La Corte suprema interrogata dal Tribunale dei minorenni di Catanzaro sul caso di una donna, data in adozione all'età di 6 anni, che oggi desidera sapere chi l'abbia data alla luce, ha stabilito l'incostituzionalità dell’articolo 28, comma 7, della legge 4 maggio 1983, n. 184 (Diritto del minore ad una famiglia), in quanto non prevede la possibilità, per un giudice, di interpellare con estrema riservatezza la donna che ha deciso di partorire in anonimato e dare in adozione il bambino, per chiederle a distanza di anni se non voglia, per caso, conoscere il figlio. La sentenza va contestualizzata (la donna ha scoperto di essere stata adottata solo al momento della separazione dal marito, e aveva la necessità di ricostruire la storia biologica della propria famiglia per affrontare una patologia genetica), ma in ogni caso costituisce un motivo di ripensamento della normativa vigente;  di qui la petizione delle associazioni che tutelano le famiglie adottive e che pubblichiamo a pagina 6

In ottemperanza a questa sentenza, sono state presentate presso la Camera dei Deputati diverse proposte di legge, oggi in discussione alla Commissione Giustizia. E sul diritto della donna a partorire in anonimato e a mantenere la segretezza della sua identità,  l'Anfaa, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) ha lanciato una petizione a cui si può aderire attraverso il sito: www.change.org o sui moduli cartacei disponibili presso la segreteria dell'associazione a Torino in via Artisti 26. 

 Sul tema del parto segreto e della recente sentenza della Corte Costituzionale abbiamo intervistato il Procuratore Anna Maria Baldelli, dal giugno 2010 a capo della Procura della Repubblica per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta.

L'intervista integrale al Procuratore Baldelli e un primo piano sull'adozione

su La Voce del popolo di domenica 7 dicembre 2015

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