Legge Elettorale: la sentenza della Corte

No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza, stop anche ai capolista bloccati. E' questa la decisione della Consulta sull'Italicum.  Una decisione che porta a una legge immediatamente applicabile

Parole chiave: legge elettorale (4), italicum (2)
Legge Elettorale: la sentenza della Corte

Sull'Italicum la Corte costituzionale ha deciso: bocciato il ballottaggio, corrette le candidature plurime, confermato il premio di maggioranza al raggiungimento, da parte di una lista, del 40 per cento dei voti. Il verdetto, che giunge mercoledì 25 gennaio, dopo una seduta plenaria durata due giorni, cambia i connotati di una legge elettorale che non è mai stata applicata in alcuna elezione.

Respinto, dunque, il turno di ballottaggio previsto tra i due partiti arrivati in testa, qualora nessuno avesse raggiunto il 40 per cento dei voti. Avrebbero avuto accesso al secondo turno anche due liste con appena il 25 per cento dei voti e il vincitore del duello elettorale si sarebbe visto consegnare un premio di maggioranza del 55 per cento (340 seggi). Un robusto premio di governabilità, a scapito però di quella rappresentatività che in tema di leggi elettorali è considerato l'altro criterio da tener presente. La Corte ha ritenuto eccessivo lo scarto tra i voti conseguiti al primo turno (magari soltanto il 25 per cento) e i seggi ottenuti in premio. In barba a qualsiasi criterio di ragionevole rappresentatività, una minoranza tra gli elettori veniva trasformata in una maggioranza in Parlamento.

Il premio di maggioranza del 55 per cento è stato invece mantenuto se conseguito da un partito che abbia ottenuto almeno il 40 per cento dei voti al primo turno. In questo caso, lo scarto tra voti e seggi è stato ritenuto ragionevole, poiché il criterio della governabilità, sancito dal dispiegarsi del premio di maggioranza in seggi a favore del vincitore, non schiaccia oltremisura il principio di una corretta rappresentatività del Parlamento. Correzione, infine, per le candidature multiple. La legge prevedeva che un candidato potesse presentarsi in più collegi elettorali (fino ad un massimo di dieci) e potesse poi decidere senza alcun vincolo dove risultare eletto, lasciando il posto al secondo in lista nei collegi scartati. Una scelta lasciata all'assoluta discrezionalità dell'eletto cui la Corte ha ritenuto di imporre invece il vincolo di un sorteggio tra i diversi collegi in lizza.

Immediatamente esecutiva, come tutti gli atti della Corte, questa sentenza modifica parzialmente l'Italicum che viene comunque confermato come legge elettorale della Camera, mentre al Senato è invece in vigore il Consultellum, sistema pressoché proporzionale. Resta impensabile, secondo alcuni osservatori, andare al voto in queste condizioni. Troppo forte il rischio di maggioranze diverse tra le due Assemblee e di portare il Paese all'assoluta ingovernabilità.

I partiti sono adesso chiamati ad uniformare i due sistemi. Difficile prevedere quale strada verrà percorsa, poiché tutti paiono unicamente mossi dalle proprie convenienze elettorali. La soluzione più logica potrebbe essere quella di estendere anche al Senato il nuovo Italicum, forte delle correzioni apportate dalla Corte. Altrimenti c'è sempre il Mattarellum, forse il miglior sistema elettorale degli ultimi vent’anni.

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