Le dimissioni di Napolitano, alla ricerca di un successore nel mestiere più difficile

Il Presidente della Repubblica ha firmato la lettera di dimissioni e lascia, dunque, il Quirinale dopo quasi nove anni di mandato

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Giorgio Napolitano

 

Le dimissioni- Con la firma delle dimissioni di Giorgio Napolitano da presidente della Repubblica, dopo nove anni al Quirinale, si conclude lo stato di “eccezione costituzionale” e si apre una pagina nuova. In queste ore, al senatore a vita giungerà certamente il grazie di quanti hanno visto in lui un fedele servitore dello Stato. Molti ne hanno apprezzato le doti di saggezza ed equilibrio che lo hanno accompagnato anche nei due anni del secondo mandato appena concluso. Nove anni comunque difficili per la vita repubblicana, segnata da una profonda instabilità politico-parlamentare e da una gravissima recessione. Molti sono stati i giorni tristi ed è stato un bene che sul Colle ci fosse un uomo dalla forte coscienza democratica e dai nervi saldissimi. Certo, un protagonista politico. Ma in quei frangenti, vogliamo crederlo, più per necessità del Paese che per scelta personale. È sempre difficile il mestiere dell’arbitro e in Italia non c’è posto più scomodo di quello del Quirinale. Quando si giudica, dunque, bisogna avere piena contezza di quanto sia difficile essere il Presidente degli italiani. 

Ora ci aspettano giorni impegnativi. Con ogni probabilità, il prossimo inquilino del Quirinale sarà il primo presidente della Terza Repubblica. Quella che nascerà dalle riforme costituzionali e istituzionali che il Parlamento garantirà al Paese. Nel frattempo, ci auguriamo che tutte le polveri tossiche della Seconda Repubblica si depositino e che noi tutti si possa respirare un’aria politica fresca, sana e pulita. Un nuovo inizio per il tempo nuovo che ci attende. 

 Le parole del Papa

“Le sono spiritualmente vicino e desidero esprimerle sentimenti di sincera stima e di vivo apprezzamento per il suo generoso ed esemplare servizio alla nazione italiana, svolto con autorevolezza, fedeltà e instancabile dedizione al bene comune”. È quanto esprime Papa Francesco in un telegramma a Giorgio Napolitano in occasione delle sue dimissioni da presidente della Repubblica italiana. Il Pontefice ha appreso del congedo dalle funzioni di capo dello Stato, mentre sta compiendo il viaggio apostolico in Sri Lanka e Filippine. “La sua azione illuminata e saggia - scrive il Papa nel messaggio inviato a Napolitano - ha contribuito a rafforzare nella popolazione gli ideali di solidarietà, di unità e di concordia, specialmente nel contesto europeo e nazionale segnato da non poche difficoltà. Invoco su di lei, sulla sua consorte e sulle persone care l’assistenza divina, assicurando un costante ricordo nella preghiera”. 

Un saluto dall'Europa dei "padri"

“In qualità di importante statista politico Giorgio Napolitano mancherà non solo all‘Italia, ma all‘Europa tutta. L‘impegno straordinario per il suo paese, la promozione del dialogo italo-tedesco e il suo entusiasmo per un‘Europa forte e unita meritano un grande riconoscimento. Personalmente sarò sempre grato al presidente per le tante volte in cui ci siamo incontrati e di cui serberò sempre volentieri il ricordo”. Così si è espresso il presidente della Fondazione Konrad-Adenauer, Hans-Gert Pöttering, già presidente del Parlamento europeo. “Il presidente Giorgio Napolitano ha sempre sostenuto il lavoro della Fondazione Konrad Adenauer negli ultimi anni - aggiunge Pöttering -. Per la nostra Fondazione e per le nostre iniziative in Italia la sua presenza e il suo patrocinio sono stati un grandissimo onore e un arricchimento. Il suo impegno e i tanti colloqui preziosi avuti con lui hanno dato un segnale importante per la coesione del rapporto italo-tedesco”. 

Il ringraziamento dell'Azione Cattolica 

L’Azione Cattolica Italiana esprime gratitudine e affetto per Giorgio Napolitano che oggi conclude il suo mandato presidenziale. Come Capo dello Stato egli ha saputo interpretare nel modo più alto il ruolo di supremo garante della Costituzione con imparzialità, equilibrio e correttezza, custodendo e promuovendo nel corso degli anni quel complesso di libertà individuali e di valori condivisi su cui si fonda l’unità, la pace, la vitalità sociale, economia e culturale della nostra Italia. Da Presidente di tutti gli italiani, non è mai mancata la sua attenzione nei confronti dei credenti, della cultura e della tradizione cattolica, nel rispetto di una laicità dello Stato sanamente intesa.

 

Negli anni del suo mandato sono state molte le occasioni in cui il Presidente Giorgio Napolitano ha voluto incontrare ed esprimere la sua vicinanza all’Azione Cattolica. Lo ringraziamo di questa cordiale attenzione e per aver ogni volta sottolineato l’apprezzamento per la testimonianza piena e tangibile dell’amore per il nostro Paese espressa dalle migliaia di donne e uomini di Azione Cattolica di tutte le età, che lungo tutta la giovane storia della nostra Nazione, si sono spesi e continuano a spendersi a servizio della democrazia e della Repubblica, impegnati nelle sue istituzioni amministrative di ogni ordine e grado e nelle molteplici realtà di volontariato civile e sociale del Paese. Segno questo dell’alto riconoscimento della presenza viva e dell’attivo radicamento dell’Azione Cattolica in ogni piccola o grande comunità locale della nostra Italia, accanto alle persone che vivono le difficoltà e le speranze del nostro Paese.

 

Una sintonia piena, quella con il Presidente Giorgio Napolitano, caratterizzata dall’impegno in difesa delle istituzioni democratiche e repubblicane, per un maggior dialogo tra le forze politiche, per una rinascita morale capace di dare nuovo slancio al rapporto istituzioni-cittadini, e per far uscire l’Italia dalla crisi non solo economica che da troppo tempo l’attraversa. Convinti, nel suo alto esempio, che essere cittadini italiani non è un dato tracciato una volta per tutte, né la somma di approssimazioni successive nel tempo, ma una rinnovata meta da raggiungere continuamente. Certi, come egli ci ha indicato, del dovere della politica di dare risposte concrete alle domande che giungono dal Paese: rilanciare l’economia, ridurre la disoccupazione, sostenere le famiglie, accorciare le distanze tra nord e sud, coniugare rigore e solidarietà.

 

Al presidente Giorgio Napolitano vogliamo infine dire grazie per aver sempre e con lungimiranza agito per costruire un’Europa più coesa, più forte, più unita, capace di superare i “punti deboli” che traspaiono dall’attuale costruzione comunitaria: dalla politica fiscale al consolidamento di un modello sociale comune, dall’azione diplomatica agli strumenti di difesa comunitari. Sempre sottolineando la necessità che l’Europa si assuma precise responsabilità nei confronti del mondo intero in termini di promozione della pace, della giustizia e della solidarietà tra i popoli. Uno sforzo reso più urgente dai nuovi assetti geopolitici venutisi a creare nel Mediterraneo e dalla necessità di rinnovare il dialogo e la collaborazione con il mondo islamico. Questioni più che mai attuali, anche alla luce degli ultimi tragici accadimenti in Francia.

Fonte: Sir
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