La strana sfida al Colle, chi dopo Napolitano?

La successione alla Presidenza della Repubblica di Giorgio Napolitano e le polemiche sulle sue eventuali dimissioni anticipate. Gli scenari

Parole chiave: quirinale (1), napolitano (3), partiti (9)
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Davvero qualcuno ritiene che il Parlamento più sgangherato nella storia della Repubblica possa essere nuovamente chiamato a tentare di eleggere il successore di Napolitano? Contro ogni evidenza e buon senso è quello che potrebbe accadere con le dimissioni anticipate dell'attuale inquilino del Quirinale. Sono ancora presenti a tutti le penose prestazioni dell'assemblea riunita all'indomani delle elezioni politiche del 2013 su due candidature prestigiose come quelle di Franco Marini e di Romano Prodi. La precipitosa conferma di Napolitano (prima assoluta nella vicenda costituzionale del Paese) suonò conferma della debolezza del quadro politico uscito ancora una volta dell'orrido sistema di voto denominato, dal suo stesso autore Calderoli, «Porcellum».

È uno scenario verosimile quello di un Parlamento di nominati, delegittimato, per di più dalla sentenza della Corte costituzionale (che ha riportato in vita un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale), chiamato a tentare di eleggere quello che, ai più, appare l'ultimo presidio della vita democratica, vale a dire la Presidenza della Repubblica? Eppure qualcosa sta succedendo se due accreditati commentatori di due importanti quotidiani come «Repubblica» ed il «Corriere della Sera» hanno ritenuto di avvalorare le dimissioni di Napolitano come imminenti, spingendosi ad indicare addirittura un calendario di adempimenti, tanto da spingere la presidente della Camera, Laura Boldrini (terza carica dello Stato), ad incaute dichiarazioni sulle ''subentranti''. Il tutto condito poi con la successiva secca nota ufficiale del Quirinale, che osserva come appartenga al Capo dello Stato ogni determinazione in merito e come gli appartenga piena pienezza dei poteri. Leggi: posso ancora sciogliere le Camere. 

leggi l'articolo integrale sull'edizione de Il nostro tempo del 16 novembre 2014

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