La democrazia necessaria. Considerazioni sulla politica oggi

Fondamento di libertà l'importanza della stampa

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La democrazia necessaria. Considerazioni sulla politica oggi

La democrazia si fonda su regole, procedure e strutture. E su una collettività che ne riconosce il fondamento non (come si ripete, con una buona dose di malinconica ironia), come «la peggior forma di governo escluse le altre», ma proprio come il miglior modo per ascoltare, decifrare, e tradurre in scelte, la volontà popolare. Gran salto di questi tempi, ma senza un racconto diffuso che torni a cavalcare con convinzione questa opinione, i destini della conquista più preziosa e recente per quasi tutto l’Occidente è costantemente a rischio. Ancor più quando appuntamenti elettorali come quello amministrativo prossimo per milioni d’italiani, viene visto per molti come un fastidioso accidente che – il rito lo vuole – deve comunque dare un’amministrazione legittima ai cittadini di grandi e medie città che, guarda un po’…, forse sarebbero meglio amministrati da un commissario prefettizio! Ma un secolo fa, prima ancora che nascesse la Tv e soprattutto internet, un grande sociologo americano, Walter Lippmann, aveva già visto lungo: «se nella collettività, presa nel suo complesso, manca una crescente consapevolezza del fatto che il pregiudizio e l’intuizione non sono sufficienti, l’elaborazione dell’opinione realistica, che richiede tempo, denaro, fatica, sforzo cosciente, pazienza ed equanimità, non troverà appoggi sufficienti. (…) Senza un’inveterata abitudine ad analizzare le opinioni quando leggiamo, parliamo e decidiamo, la maggior parte di noi non sospetterebbe la necessità di idee migliori, non se ne interesserebbe quando apparissero e non riuscirebbe a impedirle che si manipolasse la nuova tecnica dell’informazione politica».

 Ergo: non condannerebbe la democrazia, e quindi la politica che ne è il carburante, al declino. Testate come quella che leggete, organi d’informazione tutti, associazioni di promozione umana e culturale, nuove o tradizionali, gruppi di quartiere, organizzazioni di volontariato e così via (posso ancora chiamarli corpi intermedi senza sentirmi dell’altro secolo?), non possono accettare senza inquietudine questo travaglio. Occorre continuare a difendere i connotati di quel sistema, che solo può con efficacia coniugare opinione comune, rispetto per i diritti della persona ed efficacia delle risposte collettive. Certo, in un equilibrio sempre precario e costretto a ravvedimenti e correzioni, ma tendenzialmente sempre migliorabile. Non ci si può adagiare al peggio, ma piuttosto cercare di trovare nuove strade per questo preziosa operazione di (come scrive Lipmann) «inveterata abitudine ad analizzare le opinioni». Quella che fa – ad esempio – una piattaforma internet lanciata e animata da 10 giovani esperti di comunicazione e politica. Si chiama www.pagellapolitica.it. Ispirata dall’esperienza americana del cosiddetto fact-checking (l’analisi delle opinioni dei politici sui fatti).

Obiettivo primario di PP è quello di verificare la veridicità delle dichiarazioni dei politici ed è realizzato nel quotidiano attraverso una procedura consolidata. Primo: raccolta delle dichiarazioni, automaticamente su diverse agenzie e giornali; secondo, selezione delle dichiarazioni che si riferiscono in modo evidente a fatti o numeri e quindi verificabili con fonti riconosciute attendibili; le dichiarazioni considerate verificabili entrano nel sistema e si procede alla verifica della veridicità incrociando il contenuto della dichiarazione con fonti riconosciute attendibili (istituti di statistica, banche centrali, archivi parlamentari, report di organizzazioni internazionali). A questo punto a ogni dichiarazione viene assegnato un giudizio di veridicità su una scala di cinque valori: Vero, C’eri quasi, Ni, Pinocchi Andante, Panzana Pazzesca. Con la pubblicazione sul sito e la diffusione tramite i canali social i lettori vengono stimolati a commentare, a suggerire una diversa interpretazione della dichiarazione, indicare una fonte diversa o più aggiornata.

Il valore fondante del progetto è la credibilità fondata su quattro valori: 1) accuratezza dei contenuti; 2) indipendenza da qualunque soggetto esterno; 3) costanza e continuo monitoraggio del discorso politico e l’ambizione di verificare tutte le dichiarazioni dei politici seguiti; 4) interattività: il contributo del dibattito non è unidirezionale. Non sarà di certo la panacea di tutti i mali, ma se ci crediamo ancora (altrimenti, cosa?), l’analisi e il dibattito serio sulle opinioni espresse da chi fa politica, non può che essere un buon punto di partenza per la risalita.

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