La corruzione in Italia, “peccato contro la fraternità” secondo il procuratore Vito d’Ambrosio

 Incombe la sfida della ricostruzione post-sisma. Tutto dovrà essere trasparente e celere

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La corruzione in Italia, “peccato contro la fraternità” secondo il procuratore Vito d’Ambrosio

La corruzione in Italia è un problema concreto del nostro sistema politico, amministrativo ed economico. Una piaga da non sottovalutare, soprattutto adesso, in questa situazione di estrema emergenza post-sisma. Evitiamo di dare spazio alla criminalità organizzata, reagiamo con onestà.

A gennaio il rapporto di Transparency International aveva segnalato che l’Italia si collocava al 61° posto su 168 Stati in materia di corruzione; soltanto la Bulgaria, tra i paesi dell’Unione europea, riportava un risultato peggiore.

A discapito di questo dato sconcertante, rispetto all’anno precedente si sono recuperate ben otto posizioni e l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha confermato che l’Italia è una realtà difficile ma in movimento. Infatti, le segnalazioni su appalti di lavori, servizi e forniture erano passate dalle 1200 del 2014 alle circa 3000 del 2015. Ma non si può ancora ritenere di aver vinto la battaglia, la strada è ancora tutta in salita.

Per esempio, il rapporto della Fondazione Hume pubblicato il 21 agosto dal Sole24Ore ci mostra come tra i 34 Stati aderenti all’Ocse, solamente Grecia e Turchia sono risultate più corrotte dell’Italia. E ben il 75% degli italiani dichiara che la corruzione negli ultimi tre anni sia aumenta e accusa i  partiti, i politici, gli appalti pubblici e le imprese edilizie.  È naturale chiedersi come mai il nostro paese si ritrovi in queste condizioni. Don Rocco D’Ambrosio, filosofo della politica, interviene durante la Settimana teologica svoltasi nei giorni scorsi a Camaldoli dal Meic (Movimento ecclesiale d’impegno culturale).

Egli dichiara come i Paesi in cui la corruzione è più forte sono quelli in cui vi è scarsa educazione civica e conseguente scarsa partecipazione, e in cui la moltiplicazione delle norme è fuori controllo. In quest’ultimo punto l’Italia registra circa 40mila leggi statali e regionali a cui si aggiungono 60mila regolamenti governativi. Il paradosso è che nonostante vengano create leggi ad hoc contro la corruzione, non si riesca a trarne alcun beneficio. Il nuovo codice degli appalti ha prodotto una paralisi che rischia di avere ripercussioni sull’economia, la legge sul “whistleblowing”, che promuove un sistema di protezione per chi denuncia dall’interno, è ferma al vaglio da mesi. Manca la giusta educazione e sensibilizzazione ad un problema che interessa la comunità nella sua interezza. Vito d’Ambrosio, vicepresidente del Meic e con alle spalle l’esperienza in magistratura alla Regione Marche, sostiene quanto sia necessario per i cristiani impegnarsi nel riconoscere i nuovi ‘travestimenti’, mettendosi in discussione in prima persona.

In particolare, sottolinea come la corruzione sia un grande peccato contro la fraternità. Per spirito di fratellanza dunque, si dovrebbe trovare il coraggio per denunciare e testimoniare contro l’illegalità. C’è da chiedersi se, all’indomani del sisma che ha sconvolto il centro Italia, il Paese avrà il coraggio necessario per reagire e rispondere con onestà.

Fonte: Sir
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