Educare alla legalità contro ogni forma di corruzione

Una riflessione nei giorni dell'inchiesta sull'ennesimo grave episodio di corruzione venuto alla luce, con una cupola affaristico-mafiosa a Roma  

Parole chiave: corruzione (18), istituzioni (6), mafia (4), cupola (2), politica (133)
Educare alla legalità contro ogni forma di corruzione

Non possiamo rimanere silenti nei confronti delle notizie che giungono da Roma sulla nuova ondata di inchieste e arresti riguardanti fenomeni gravi e preoccupanti di corruzione. Un male atavico, radicato troppo spesso prerogativa della nostra società italiana, ripetutamente coinvolta, in alcune sue parti istituzionali, economico-politiche in episodi e sistemi della cui gravità non bisognerebbe più spendere parola ma anzi non solo stigmatizzare attraverso una educazione alla legalità più puntuale ed efficace, ma combattere con tutti i mezzi democratici questa deriva costante e perdurante.

L’Italia è prima per corruzione tra i paesi dell’Unione Europea. Triste primato. Lo scrive nero su bianco l’ultima classifica della corruzione percepita, il Corruption Perception Index 2014 di Transparency International, che riporta le valutazioni degli osservatori internazionali sul livello di corruzione di 175 paesi del mondo. L’indice 2014 colloca il nostro paese al 69esimo posto della classifica generale, come nel 2013, fanalino di coda dei paesi del G7e ultimo tra i membri dell’Unione Europea. Rispetto al passato l’Italia ferma la sua rovinosa discesa verso il basso della classifica (i valori sono uguali al 2011 e 2013), ma resta maglia nera tra gli Stati occidentali.

Per dare il senso di un disagio profondo e un disgusto senza limiti, ascoltando notizie e inchieste vale la pena riprendere in mano il documento della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana “Educare alla legalità”, scritto e divulgato nel 1991, in tempi non sospetti e prima di una fase buia del sistema italiano con la stagione delle inchieste di tangentopoli.

Colpiscono alcuni passaggi attualissimi da riprendere che nel documento di allora, suonavano come espressioni forti nei confronti di una deriva etico-morale della società e della politica: " La “legalità”, ossia il rispetto e la pratica delle leggi, costituisce perciò una condizione fondamentale  perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini. D’altra parte le leggi devono corrispondere all’ordine morale, poiché, se il loro fondamento immediato è dato dall’autorità legittima che le emana,  la loro giustificazione più profonda viene dalla stessa dignità della persona umana" e ancora prosegue in un secondo passaggio il documento. Nel problema della legalità sono in gioco non solo la vita delle persone e la loro pacifica convivenza, ma la stessa concezione dell’uomo".  Il cristiano non può accontentarsi di enunciare l’ideale e di affermare i principi generali, deve praticare con coerenza e coraggio la giustizia sociale e il rispetto della legge. "Deve entrare nella storia e affrontarla nella sua complessità, promuovendo tutte le realizzazioni possibili dei valori evangelici e umani della libertà e della giustizia.

In questo la Chiesa e i cristiani si fanno “compagni di strada” con quanti cercano di realizzare il bene possibile. In particolare il cristiano laico è chiamato, sotto la propria responsabilità, non solo a inserire le sue esigenze etiche nella storia, ma anche a far fiorire la città dell’uomo attraverso la sua professionalità, la sua testimonianza e l’impegno alla partecipazione, come pure attraverso una legislazione adeguata e una conseguente fedeltà ad essa.

Significativa la riflessione del prof. Lorenzo Biagi,  docente e segretario generale della Fondazione Lanza, "il popolo italiano ha un grosso problema con l’etica civile, è debole il senso dell’essere cittadini. Certamente il clima culturale individualistico non aiuta, spingendo solo a rivendicare diritti, dimenticandosi dei doveri. L’etica civile è quella sorta di grammatica elementare che governa la coscienza del cittadino, il quale riconosce di avere anche doveri. Ci induce a pensare ed agire e continuare a promuovere prassi di legalità e percorsi di rispetto contro tutte le corruzioni. 

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